Paolo Rossi, come ricorda Tuttosport, è stato uno dei giocatori che hanno portato gli italiani in piazza grazie alla vittoria nel Mondiale '82. Stavolta il suo appello, nell'intervista al quotidiano sportivo, è ovviamente quello di restare a casa come ha fatto il mondo del calcio. "Ci si è fermati tardi? Forse sì, ma è facile dirlo adesso. Il calcio a volte è intransigente, si reputa giustamente importante perché ha un impatto sociale ed economico molto pesante, quindi è logico che ci sia stata un po’ di resistenza - dice Rossi -. Adesso però mi sembra che stia contribuendo in modo sostanzioso con le donazioni. Spero che questo momento lasci un maggior senso della realtà. Di cosa è importante e di cosa no. Che quando si riprenderà tutti siano più umani e lascino da parte le schifezze come il razzismo. Se ce ne fosse stato ancora bisogno abbiamo capito che per questo virus siamo tutti uguali, quindi nel 2020 lasciamo perdere il razzismo negli stadi".

Si aspetta il momento del rientro, sia per i giocatori che per tutti gli altri cittadini. Per Rossi sarà "strano all’inizio. Forse ci sarà un po’ di timore, ma anche tantissima voglia di calcio. A volte, quando non ci sono partite infrasettimanali mi sembra lunghissima una settimana senza pallone, adesso che staremo a dieta per due mesi, la voglia sarà incredibile. Fossi ancora in attività accetterei le regole, senza dubbio. Poi, certo, mi mancherebbe tanto il prato, l’allenamento, lo scherzo. Lo spogliatoio è importante nella vita di un atleta e se ne può sentire molto la mancanza. però approfitterei di questa pausa per riflettere sulla mia vita, con maggiore calma, non sempre trascinato dalla velocità di questo mondo». 

Sezione: News / Data: Mer 18 marzo 2020 alle 23:43
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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