Muamba: "Eriksen? Il defibrillatore dopo quello che è successo è una buona notizia. La UEFA non pensi solo alle tv"

L’ex calciatore Fabrice Muamba è tristemente ricordato per un arresto cardiaco in campo quando giocava in Premier League con la maglia del Bolton Wanderers. Dovettero passare ben 78 minuti prima che il massaggio cardiaco e la rianimazione tornassero a far battere il suo cuore. Muamba oggi sta bene e ha ovviamente sofferto nel vedere a terra Christian Eriksen in una dinamica tanto simile alla sua: "Ero a cena con la mia famiglia, guardavo la partita e all’improvviso l’ho visto cadere a terra - ha detto ai microfoni della testata danese DR -. Ho iniziato a piangere. Il mio cuore era davvero con lui. E quando ho sentito che aveva ripreso conoscenza è stata davvero una grande notizia. Sono molto felice che stia migliorando".

Anche Muamba ha un defibrillatore cardiaco impiantato, lo stesso modello di Eriksen: "Secondo me è una buona notizia, non importa quello che dicono gli altri: dopo quello che è successo il fatto che gli abbiano impiantato un defibrillatore è una grande notizia, la migliore possibile. Mentalmente pensi sempre che ti possa capitare di nuovo. Adesso sta tornando alla sua vita normale, ma nella sua testa ci sarà sempre la paura che possa succedere ancora. Christian Eriksen è giovane e allenato, eppure gli è successo di punto in bianco. La salute è più importante di correre e calciare un pall, per me è stato così. Alcuni hanno continuato a giocare dopo un arresto cardiaco? Le circostanze sono diverse per tutti, io non giudico quello che è giusto per Christian. È qualcosa che dovrà decidere con la sua famiglia".

Dopo lo shockante episodio, la partita tra Danimarca e Finlandia è ripresa regolarmente: “Non sono d'accordo col fatto che la partita sia stata conclusa la sera stessa. Penso che si sarebbe dovuto dare loro 24-48 ore per riprendersi. I giocatori non hanno mai sperimentato nulla di simile prima, quindi è stato traumatico. In un momento del genere la UEFA non dovrebbe pensare alle tv ma al benessere dei calciatori. Loro non dimenticheranno mai questa esperienza e credo che dovranno chiedere supporto psicologico”.

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