E' un Mourinho sereno quello che si presenta nel dopo partita. Sapeva che sarebbe stata una partita dura e partita dura è stata. "Lo 0-0 è un risultato rischioso perché a Manchester siamo obbligati a vincere - ha detto -, ma è rischioso anche per loro perché anche loro dovranno vincere. Siamo nella stessa condizione, sappiamo entrambi che la gara di ritorno sarà decisiva per passare il turno. Primo tempo ad appannaggio del Manchester, nella ripresa meglio noi, direi quindi che lo zero a zero è un risultato che ci sta tutto e si può accettare serenamente. Il Manchester ha avuto un approccio alla partita migliore del nostro, abbiamo giocato troppo arretrati e non riuscivamo a ripartire. Ho scelto Rivas perché poteva contrastare meglio i loro calciatori alti su calci piazzati, mentre nelle ripresa ho preferito Cordoba, più veloce, per sfruttare le ripartenze. Sono soddisfatto di tutti; in particolare merita una citazione Santon, un ragazzino che ha bagnato il suo debutto europeo contro il Manchester United con una prestazione fantastica".

Eppure l'Inter continua ad avere maggiori difficoltà in Europa che in campionato, un po' come l'anno scorso. "L'anno scorso l'Inter ha perso in casa con il Liverpool e due anni fa ha pareggiato con il Valencia - rettifica il tecnico - quindi direi che questo 0-0 è il miglior risultato degli ultimi anni. Non credo sia una questione psicologica e neanche una differenza di valori, noi abbiamo le nostre caratteristiche e il Manchester le sue, non possiamo cambiarlo. Ripeto, il risultato non mi dispiace, sarebbe stato peggio andare a Manchester con un gol da recuperare. Lavoreremo sodo in queste due settimane, senza tralasciare gli altri impegni, per farci trovare pronti alla sfida di ritorno".

Mourinho però non risparmia una frecciata a Medina Cantalejo, la cui direzione di gara non è stata certo casalinga: "E' stato fantastico, ha tutelato alla perfezione la squadra ospite. Ma sono convinto che tra due settimane a Manchester non troveremo un arbitro così".

Sezione: News / Data: Mar 24 febbraio 2009 alle 23:29
Autore: Domenico Fabbricini
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