Da qualche minuto è online, sul canale Youtube 'The Coaches Voice', il quarto capitolo dell'intervista di José Mourinho, quella dedicata al futuro. "Sono abbastanza flessibile nell'adattarmi e, qualche volta, nell’andare contro alle mie idee per andare incontro ai Paesi in cui alleno. Fino a ora sono l’unico allenatore ad aver vinto un campionato in Italia, Inghilterra e Spagna. Hai bisogno di flessibilità, devi adattarti alla realtà de club e delle competizioni. Io dico che mi sono arricchito con queste esperienze, ed è per questo che non chiudo le porte a un nuovo Paese e a una nuova competizione, perché mi piace il feeling che provo con qualcosa di sconosciuto e che posso vincere. Quello che posso dire con certezza è ciò che non voglio. Voglio giocare per vincere. Se non dovessi riuscirci, poi, sarebbe un mio problema, del club, dei giocatori e della struttuta. Ma devo sentire quella sensazione. Se qualcuno mi offrisse un incredibile contratto di dieci anni e poi mi dicesse che l’obiettivo della società è di stare nella prima parte di classifica -  e che sarebbe perfetto arrivare settimi, ottavi o noni - non sarebbe per me perché questo non è nella mia natura. Il mio prossimo lavoro è lottare per vincere".

Lo Special One, poi, parla della sua filosofia di calcio: "Ci sono molti modi per fare calcio: si pensa che chi abbia più possesso palla sia più dominante rispetto all’altro, ma dipende dai punti di vista. Una squadra che non ha possesso palla può essere dominante, e per dominante intendo in controllo della partita. Quando hai la palla, devi anche sapere cosa fare quando non ce l’hai e viceversa, altrimenti il tuo destino è nelle mani degli avversari. Dipende sempre dalle caratteristiche dei giocatori. Una grande squadra è forte in tutte le fasi di gioco, spiccando ovviamente in una di esse. Una squadra che ha solo possesso palla, non vince. Una squadra è un puzzle di idee".

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Sezione: News / Data: Mar 25 giugno 2019 alle 18:23
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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