Alla vigilia Mourinho l’avevo detto, “avremo il vantaggio di giocare da capolista senza dover guardare al risultato delle altre”, e così è stato. Il tecnico ripete quindi il concetto a fine partita: “Giocando da capolista puoi pensare solo alla tua partita senza fare calcoli, ci stiamo avvicinando sempre più all’obiettivo, abbiamo fatto 6 punti nelle ultime due partite interne e siamo a +7 a 9 partite dalla fine. Una situazione che mi piace e andiamo alla sosta nella miglior condizione di classifica. Oggi la squadra, tra l’altro, è entrata in campo come piace a me, subita decisa e combattiva, nessuna partenza diesel e potevamo chiudere la gara già dopo 30 minuti. Il palo di Ibra ci ha illuso che il 3-0 potesse arrivare già nel primo tempo, poi nella ripresa abbiamo chiuso realmente la partita e ci siamo limitati a controllare il risultato. Risultato che potrebbe portare a pensare che Julio Cesar ha goduto di una giornata di vacanza invece non è così, in più di una circostanza si è esibito in parate difficili perché la Reggina ha fatto la sua partita cercando di impensierirci”.

Ibrahimovic straordinario: “Sì, è migliorato tanto rispetto al passato e un allenatore ha sicuramente le sue responsabilità sul miglioramento di un calciatore, così come ha le sue responsabilità quando qualcun altro gioca sotto le aspettative, responsabilità cui non mi sottraggo. Cosa gli manca in Europa? Secondo me nulla, la differenza sta in quei 2 centimetri che avrebbero potuto portare quel suo tiro contro il Manchester in rete e non sulla traversa, e forse il risultato sarebbe cambiato. Il problema è che in Italia abbiamo un paio di avversari per lo scudetto, in Europa 10 avversari di valore per la coppa e tutto diventa più difficile”.

La Juve non molla: “La Juve è una grande squadra, gioca da squadra, soffre da squadra e vince da squadra. Ma noi non siamo da meno, abbiamo giocato con una non-coppia di difensori centrali e abbiamo vinto lo stesso. Giochiamo con un centrocampo in cui manca un vero regista, un numero 10 che detti i ritmi ma fa un gran lavoro di quantità che soffri solo a guardarli dalla panchina. Siamo una squadra unita che sa soffrire e vincere anche noi”. Alla vigilia si è parlato tanto del mal di pancia di Ibrahimovic seguito all’uscita dalla Champions: “A me piace il mal di pancia – risponde Mourinho – mi piace andare a casa arrabbiato, mi piace un calciatore amareggiato per una sconfitta ma questa rabbia deve trasformarsi in energia positiva per il raggiungimento di un risultato che in questo momento si chiama scudetto. Se ci saremo l’anno prossimo? Perché no, ho ancora un contratto di 2 anni con l’Inter e Ibrahimovic idem. Perché no” chiude sibillino il tecnico.
 

Sezione: News / Data: Dom 22 marzo 2009 alle 17:40
Autore: Domenico Fabbricini
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