Qualsiasi argomento è superfluo, l'uomo del giorno è Jose Mourinho. Gli altri personaggi, belli o brutti, passano in secondo piano. Perché Mourinho è sbarcato a Stamford Bridge, ha fatto un pieno di affetto, i suoi ex tifosi lo hanno osannato. E poi… E poi mastro Josè ha preparato un capolavoro, ha dato una lezione al Chelsea, ha gonfiato il petto ed è tornato a casa con tante medaglie, se vogliamo più prestigiose della pur splendida qualificazione ai quarti. Mi ha fatto sorridere qualche opinionista che ragiona con il senno del poi e che sottolinea come in caso di eliminazione dell'Inter sarebbero stati pronti gli editoriali di scherno nei confronti di Josè. Magari sono gli stessi (opinionisti) amici di Roberto Mancini che, all'arrivo di Mourinho, lo avevano già messo spalle al muro. Ah, l'invidia… Mou è eccessivo spesso fuori dal campo, talvolta insulta e non si contiene, ma ha dato un'ottima risposta a chi lo aveva definito soltanto un incantatore di serpenti, il top della comunicazione e nulla più.

Qualsiasi argomento è superfluo perché la Champions condizionerà, in un modo o nell'altro, il destino e il futuro di Mourinho. Il contratto vale fino a un certo punto: scade nel 2012, ma gli impegni stipulati con gli allenatori sono spesso fatti per essere stracciati. C'erano due scenari, prima del Chelsea,oggi ne è rimasto soltanto uno. L'altro scenario, adesso finito in soffitta, è che anche Moratti – in caso di prematura eliminazione – avrebbe potuto impugnare la clausola per una separazione prematura. Della serie: pago circa sette milioni di penale e posso decidere di mandarti a casa. Oggi Moratti è un uomo, un presidente, innamorato. Ha visto, sta vedendo, l'Inter lievitare in Europa; ha verificato spiccata personalità e ferrea convinzione; ha notato ottima tecnica e sublime tattica. Le proiezioni oggi sono che, se potesse, sull'onda degli umori Moratti allungherebbe il contratto di Mou almeno fino al 2015, forse fino al 2018.
La palla passa dunque a Josè: il nostro amico ha ottime qualità (è furbo, vispo, concreto e inimitabile manager di se stesso) per saperla gestire bene in dribbling, per tenerla incollata ai piedi senza che nessuno sia in grado di portargliela via. Facciamo un giochino, immaginiamo che l'Inter (ne ha i mezzi) arrivi fino in fondo alla Champions. E che la vinca. A quel punto tutto potrebbe accadere, anche che Mourinho decida di salutare (spesso i migliori se ne vanno dopo un grande evento, dopo un trionfo atteso da quel club per una vita) e di valutare le proposte provenienti, per esempio, da Madrid e dalla Premier. Partiamo da un presupposto: con il calcio italiano mai è andato in onda un fidanzamento, neanche un fugace flirt. Mou è sull'altra sponda del fiume. Oggi non ci sono certezze, nessuno può sapere cosa accadrà, tutto è aperto. Al confronto, la vicenda Balotelli lascia minori perplessità: è impensabile che il ragazzo non si metta in riga evitando atteggiamenti bizzarri e poco utili alla causa.

E' troppo importante per gli interisti immaginare di poter coccolare sotto il cuscino la Coppa dalle Grandi Orecchie. Il resto verrà dopo, con il destino di Mourinho in ballo. In ogni caso sarebbe un destino dolce (la conquista del trofeo), anche se dovesse contenere un retrogusto amaro (l'addio dopo la vittoria).

Sezione: News / Data: Gio 18 marzo 2010 alle 15:14 / Fonte: Alfredo Pedullà - Tmw
Autore: Redazione FcInterNews
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