In cosa si sente migliorato José Mourinho rispetto alla sua prima esperienza in Italia, culminata con la conquista del Triplete interista? Lo Special One, oggi alla guida della Roma, risponde ai microfoni di Esquire: "Tutto. Se un allenatore non migliora è perché ha perso passione e ha perso la mentalità di imparare ogni giorno. Non è un mestiere per cui è fondamentale l'età o la situazione fisica, al contrario dei calciatori. L'esperienza ti può solo migliorare. Io penso solo alla prossima partita. Tutti i match che hai giocato e i trofei che hai vinto, quelli sono in tasca e avrai tempo di guardarli quando hai smesso. Adesso voglio solo pensare alla prossima partita. Io mi sento molto più allenatore oggi che 10 o 20 anni fa".

E su cosa l'ha sorpreso della Roma: "Sorpreso non direi perché ho vissuto e lavorato in Italia per due anni, ho giocato contro la Roma 4-5-6 volte e si capisce immediatamente l'atmosfera che c'è qui. È una passione assolutamente incredibile quella che hanno i tifosi per la squadra. È bello, è bellissimo e non è stata una sorpresa". Una battuta anche sul suo rapporto con la tecnologia, che per il tecnico portoghese "è anche quella delle partite, dove io ricordo sempre che ho perso una semifinale di Champions con un gol fantasma, oggi avrei giocato quella finale e invece di Liverpool-Milan ci sarebbe stato Chelsea-Milan. La tecnologia ci aiuta anche nell'analisi delle partite, nello scouting e in tanti altri aspetti del nostro lavoro. Però non bisogna esserne ossessionati, niente può sostituire l'intelligenza e il know-how del cervello umano. È uno strumento prezioso e se non lo conosci sei indietro".
Sezione: News / Data: Sab 09 ottobre 2021 alle 15:44
Autore: Daniele Alfieri
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