In libreria e online dal 5 novembre 'Media House', il nuovo libro di Michele Bosco dedicato alla struttura ibrida – con competenze trasversali – di cui si stanno dotando le aziende più evolute per farsi broadcaster, media ed editori, per intrattenere, informare, formare ed educare i propri target, con l’obiettivo di instaurare con essi delle relazioni profonde e individuali, conquistandone i dati, la fiducia e la fedeltà per generare occasioni commerciali.

Partendo dalle evoluzioni della comunicazione e dalla crisi dell’informazione – in un testo che ha i tratti del reportage, segnato da un dettagliato lavoro di ricerca che nasce da articoli scritti durante la propria carriera, e che prosegue attraverso fonti, citazioni e l’analisi di specifici contenuti e casi studio a supporto delle idee che propone –, l’autore arriva a spiegare le opportunità del brand journalism come strategia di marketing e il nuovo ruolo delle aziende nello scenario informativo, per colmare i vuoti di fiducia generati da media e politica. La trasformazione digitale, infatti, ha cambiato le abitudini delle persone e abilitato nuovi comportamenti, evolvendo gli stessi processi di comunicazione e informazione, che ormai convivono con opinione e narrazione. I lettori, gli utenti e i clienti, a propria volta, sempre più egocentrici e protagonisti, non si limitano più a leggere, osservare, scegliere ed acquistare, vogliono partecipare. I modelli di business, di conseguenza, vanno ripensati, con brand e newsbrand chiamati a pianificare nuove esperienze per coinvolgere le persone e catturarne l’attenzione.

Con ‘Media House’, inoltre, Michele Bosco, che esamina anche varie eccellenze legate al brand entertainment e alla brand religion (tra cui anche alcuni casi studio dell’industria dello sport – come quelli di Inter, Juventus, Roma, Bayern Monaco, Real Madrid e Chelsea – ai quali, oltre alla prefazione dell’attuale Head of Digital Content della Fifa, si aggiungono anche i contributi di Goffredo D’Onofrio, Emanuela Perinetti e Luigi Di Maso, che ha intervistato Riccardo Nasuti della Fiorentina e Abel Vilà del Barcellona), menziona giornalisti, comunicatori e importanti studi accademici – tra cui quelli del Prof. Piero Dominici, che già dagli anni ’90 indaga il tema della complessità –, per evidenziare i percorsi formativi ormai indispensabili – superando la dicotomia tra studi umanistici e scientifici, e, anzi, imparando ad abitarne i confini – per chi vuole occuparsi, nella società interconnessa, iperconnessa e ipertecnologica, di informare e di comunicare il sapere e il saper fare.

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Sezione: News / Data: Gio 05 novembre 2020 alle 17:49
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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