Le confessioni di Zlatan Ibrahimovic. L'attaccante svedese del Milan, intervistato dal suo ex compagno di squadra Massimo Ambrosini per il programma di Sky Sport '23', ha parlato tra le altre cose delle motivazioni che lo hanno spinto ad accettare la prima sfida rossonera: "A Barcellona era un momento così e così. Non si capiva bene la situazione. Non mi è mai andata giù? No, ma non ho ancora risposte a quali fossero i problemi. Se ci sono problemi si risolvono. Sono stato io uomo e ho detto, se ci sono problemi e non so quali siano, allora me ne vado e li risolvo. C'era il Milan, così come altre squadre. Conoscevo Milano dai tempi dell'Inter, la città mi piaceva tanto. Poi se il Milan ti chiama, un grande club come questo, con grandi giocatori. Erano tanti stimoli. Speravo di fare qualcosa. Anzi, non speravo. Sapevo. Una sfida. Questa sfida mi piace, quando la gente parla contro mi carica, mi dà energia, mi dà motivazioni e adrenalina. Non per convincere, ma per dimostrare che non è come dicono. Dicevano che la squadra non poteva vincere. Si lavora in silenzio e si dimostra in campo con le prestazioni. Mi sono detto, se ho vinto con Juve e Inter vinco anche con il Milan".

Dieci anni dopo, il ritorno: "Questa è un'altra sfida rispetto a dieci anni fa. All'epoca dicevano 'è difficile, impossibile'. Queste sfide mi piacciono. Se riesco a fare una cosa così secondo me è più grande di giocare in una squadra che è già top. Lì la storia continua, qui no. Devi portare la squadra al top e far capire ai giocatori cosa significhi. Paura? No, altrimenti non firmavo. Anche al Manchester United mi dicevano che fossi troppo vecchio, che i ritmi della Premier League fossero troppo alti. Io faccio il contrario di quello che dicono". Ibra parla anche del Milan di oggi. "La squadra ha tanta fame e voglia, stiamo facendo bene. Non ci sono obiettivi o sogni, giochiamo una partita alla volta. Io ce l’ho il mio obiettivo, ma per la squadra è quello di fare meglio dell’anno passato. Guardiamo una partita per volta. La squadra è molto giovane, non hanno il feeling di vincere qualcosa. Non hanno questo pensiero fisso sugli obiettivi. Non dobbiamo rilassarci, e qui entro io. Non bisogna essere soddisfatti. Sappiamo che la squadra non è come Inter e Juventus che hanno un organico più ampio. Noi siamo giovani, magari qualcuno non è pronto per giocare tutte le partite. Il senso è che dobbiamo vincere se vogliamo qualcosa, non sono abituati. Contro il Rio Ave si è vista la pressione, hanno iniziato a giocare per qualcosa. Hanno un po’ di esperienza ma non sono abituati”.

Sezione: News / Data: Ven 04 dicembre 2020 alle 23:40
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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