Ma Roberto Mancini è meglio come allenatore o come direttore sportivo? E' il quesito sollevato dal Guerin Sportivo on line, che riprende i dubbi dei tifosi nerazzurri e che, sostiene, è la domanda che lo stesso Mancini si sta ponendo. "Per questo è entrato in lizza per il dopo-Conte in azzurro già da qualche settimana, da prima che la sua Inter calasse a livello fisico e di gioco, crollando come risultati nonostante gli avversari non sempre fossero la Juventus. Il dopo-Conte dovrebbe iniziare entro metà febbraio, quando l’attuale c.t. comunicherà a Carlo Tavecchio la sua decisione. (...) Quanto a Mancini e a questa pseudo exit strategy, per il momento scritta soltanto ai tavoli di certi ristoranti, evitiamo nuovi scenari Thohir-Moratti che sono nella testa soltanto dei diretti interessati e che si definiranno una volta per tutte soltanto il prossimo ottobre. Ma è evidente che la ricostruzione dell’Inter è nella sua fase più difficile, quella del passo decisivo verso l’alto. Che cosa è cambiato nell’ultimo mese, diciamo dalla sconfitta prenatalizia con la Lazio ad oggi? Prima di tutto Mancini ha perso Felipe Melo, l’uomo chiave del centrocampo che aveva in mente. Già negativo contro la Lazio, la meritata espulsione e le meritate tre giornate di squalifica gli hanno fatto saltare tutto gennaio e il rientro con il Carpi non è stato certo luminoso, mentre con la Juventus è naufragato come gli altri. Certo è che con quello ritenuto un uomo chiave qualcosa si è rotto dopo il fallo su Lucas Biglia e la conseguente litigata (con lui e con altri, ma per motivi opposti e cioè l’eccesso di mollezza)". 

Nel mirino anche il calo fisico evidente e l'assenza di una vera e propria identità tattica: "Soltanto Adem Liajic è in grado di creare qualcosa dal nulla. Valeva anche nei mesi con buoni risultati, quando Mancini non confermava la stessa formazione e nemmeno lo stesso modulo per due partite di fila (si sono viste anche due prove di difesa a tre, con esiti modesti), a maggior ragione vale adesso. Mancini rimane di gran lunga il miglior acquisto della gestione Erick Thohir, senza di lui questo club sarebbe allo sbando. Gli ha dato un’identità tecnica e un’immagine, oltre che una credibilità nei confronti dei giocatori presenti e potenziali. Adesso si trova nella stessa situazione di dieci anni fa: dopo aver fatto bene deve vincere. Le avversarie, a partire dalla stessa Juventus, sono di una cilindrata inferiore rispetto allo scorso decennio, come del resto lo sono anche l’Inter e il resto del calcio italiano. La missione non è impossibile, se la squadra è quasi in Champions con l’assetto attuale. Più che un nuovo tattico, che riveli a Mancini schemi finora sconosciuti, servirà insomma Eder".

Sezione: News / Data: Ven 29 gennaio 2016 alle 04:30
Autore: Redazione FcInterNews.it
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