“Volevo chiederti se l'Inter aveva già venduto Lautaro, ma sei troppo buono e non te chiedo”. Intervenuto su ‘Casa Sky Sport’, il comico di fede nerazzurra del trio ‘Aldo, Giovanni e Giacomo’, Giacomo Poretti, fa subito una domanda di mercato al giornalista Alessandro Bonan: “Dici che l’Inter si è identificata con Lautaro e potrebbe non venderlo? Questa è l’intenzione e quello che si dovrebbe fare, ma non so se nella sua testa Lautaro voglia fermarsi a Milano o andare al Barcellona. Noi interisti siamo comunque innamorati di quei colori, i giocatori vanno e vengono. Poi se resta ovviamente sono contento. Anche perché per il compleanno di mio figlio ho regalato la maglia di Lautaro, spero di non doverla cambiare tra qualche mese”. 

Qual è l’episodio della tua Inter che ti ha fatto dire ‘ma vai, ma vieni, ma chi sono’?
“Ce ne sono diversi, cito l’ultimo derby. Ero con mio figlio e degli amici, a fine primo tempo eravamo disperati e cercavamo delle corde per impiccarci (ride, ndr). Poi al secondo tempo uno, due, tre, quattro e allora ’ma dai, ma vieni, ma chi sono’”.

Come è nata la passione per l’Inter?
“Facile, come è successo a a molti bambini. In famiglia erano tutti interisti, poi quando avevo 4 anni mio papà mi ha portato a San Siro, di notte, l'atmosfera era affascinante. Era il 1960, eravamo nei distinti e ho visto la partita sulle spalle di mio padre: non ricordo il risultato, ma ricordo il pubblico e i colori delle maglie. Da quel momento sono stato sempre interista”. 

È vero che hai rifiutato da Giovanni (altro comico del trio, ndr) il biglietto della finale di Champions League di Madrid?
“Lo ringrazio ancora adesso. Nonostante il personaggio del tirchio, lui nella vita è molto generoso, uno dei più generosi che conosca. Sa che vivo la passione dell’Inter in maniera smodata. Un giorno mi ha dato il biglietto dell’aereo e della finale, ma gli ho detto che non ce la facevo e quindi l’ha regalato al fratello. Alla fine l’ho vista a casa mia, con mille scongiuri: non potevo tornare da Madrid senza coppa dopo 40 anni, non ce l’avrei fatta.” 

Perché hai un divano bianconero in casa?
“È daltonico, è blu (sorride, ndr)”.

Com’è essere interista?
“È drammaticamente bello perché arrivi in alto, ma scendi anche in basso. C’è sempre incertezza, è particolare. È come andare in bicicletta”.

Dal Triplete a oggi, cosa è mancato all’Inter per ripetersi?
“Non vorrei fare troppo il serio, ma dopo il Triplete la presidenza molto ricca e generosa di Moratti se n’è andata e abbiamo attraversato un deserto dirigenziale e economico, ma ora c’è una struttura seria. Dal punto di vista del campo non c’era un’Inter decente da quinto posto fino a due anni fa, speriamo adesso dai”.

Qual è il tuo calciatore preferito?
“Il giocatore a cui sono più affezionato e ci ho anche giocato, anche se non ci crederete, è Ronaldo il Fenomeno (e mostra allo schermo una foto in campo con il brasiliano, ndr). Moriero? No, non è Moriero, quello di fianco a Ronaldo sono io, anche se Moriero aveva cambiato look per provare ad assomigliarmi (ride, ndr)”.

Sezione: News / Data: Ven 24 aprile 2020 alle 15:52
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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