Il divario che separa i club italiani dai concorrenti internazionali è destinato ad aumentare. Lo sottolinea la Gazzetta dello Sport, nell'ultima puntata del viaggio nei conti dei club europei. "Questo non significa che non potremo sognare in grande. Il calcio è una palla che rotola: la Juve, e in precedenza l’Atletico Madrid e il Borussia Dortmund, hanno dimostrato che si può arrivare in fondo al proibitivo sentiero della Champions senza essere i più ricchi. Però in termini di fatturato e, quindi, di capacità di spesa, le italiane resteranno delle outsider per molto tempo. Nei prossimi cinque anni si assisterà a un’ulteriore impennata delle squadre europee di prima fascia perché nell’industria dell’intrattenimento vige una legge spietata: pochi, selezionatissimi marchi hanno accesso ai mercati globali; più campioni hai, più vinci, più ti fai conoscere, più richieste ti arrivano dal mondo della pubblicità e dei media". E' questa la realtà nuda e cruda portata alla luce dai colleghi della rosea. Bayern, Barça, i due Manchester, il Real Madrid, il Chelsea, l'Arsenal e il PSG, insomma, sembrano inarrivabili. 

"Le prospettive? La Juve, che è quella messa meglio, in questa stagione dovrebbe raggiungere i 350 milioni grazie al nuovo ciclo di contratti. L’Inter, nel processo di ristrutturazione del debito, ha presentato alle banche un business plan che prevede nel 2020-21 un fatturato da 280 milioni: 30 milioni dallo stadio, addirittura 110 dal commerciale (oltre il doppio di adesso), 90 dai diritti tv, 10 da proventi Europa League e 40 dal resto. I 280-300 milioni nerazzurri sono possibili ma con introiti e vetrina da Champions. Il Milan è la società italiana che negli ultimi venti anni ha lavorato meglio nel marketing, ma senza le coppe il suo appeal si è appannato. I progetti rossoneri non sono chiari, di sicuro lo stadio di proprietà è stato accantonato. Un’incertezza sul futuro che riflette le difficoltà di tutto il sistema italiano nell’affrontare le sfide della globalizzazione". 
 

Sezione: News / Data: Sab 05 dicembre 2015 alle 09:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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