Roberto Gagliardini, un giovane veterano. Dalla Serie B con il Vicenza a pilastro dell’Inter, il suo 2017 può esser rammentato con orgoglio: nella stagione corrente, infatti, il centrocampista è stato protagonista di un’evoluzione impressionante, tutta a tinte nerazzurre. Prima l’ascesa con l’Atalanta, poi la definitiva consacrazione a Milano: dopo un girone d’andata disputato a livelli altissimi in maglia bergamasca, il classe ’94 a gennaio viene catapultato nella prestigiosa e laboriosa realtà interista. Quell’etichetta da 30 milioni di euro pesava tanto. Anzi, tantissimo. Per un giocatore che, al momento del suo arrivo ad Appiano, contava soltanto 14 presenze in Serie A. Eppure gli è bastato davvero poco: nel giro di appena un mese il centrocampista ha conquistato l’indelebile stima dei tifosi nerazzurri, la targhetta di titolare fisso e addirittura l’esordio in Nazionale.

CRESCITA PSICOFISICA – Leadership e personalità al servizio della squadra, con quel suo padroneggiare a centrocampo che lo contraddistingue da sempre. Salito in cattedra nella prima parte della sua avventura nerazzurra, adeguatosi al ritmo dei compagni in questo finale di stagione: anche il suo è un campionato a due facce, nonostante di errori ne abbia commessi comunque ben pochi rispetto ad altri. Ma senz’altro Gagliardini è cresciuto notevolmente dal punto di vista mentale: per essere l’ultimo arrivato in casa Inter, si può dire senza ombra di dubbio che se la stia cavando egregiamente. E non solo in campo: il numero 5 del Biscione ha saputo rispondere – tramite il proprio profilo Instagram – alle voci che alludono a un suo presunto sfogo con il vice-allenatore dell’Atalanta riguardo il clima dello spogliatoio interista.

"L’INTER È CASA MIA” – Il suo avvio super con la maglia dei nerazzurri di Milano ha alimentato nella tifoseria il sogno di rivedere una bandiera tra le mura di Appiano. Uno di quei calciatori “vecchio stampo”, che svolgono un lavoro tanto silenzioso quanto sostanzioso. E Gagliardini rappresenta questo tipo di giocatore: quest’anno per lui è cambiato tutto, ha cominciato ad apportarsi in palcoscenici che fino a pochi mesi fa sognava soltanto. Ma dietro tutto ciò si nascondono né la fortuna né altri fattori, bensì la sua grande predisposizione al sacrificio e voglia di mettersi in gioco: con la maglia dell’Inter il centrocampista ha svolto sempre un lavoro pulito, pratico, produttivo. E questo è il più grande pregio che abbia potuto avere. Perché all’Inter serviva una figura di questo genere, e il gioco di Pioli con l’innesto di Gagliardini si è completamente rivoluzionato. E ha riscontrato risultati positivi, se relazionati a quelli del girone d’andata.

QUESTIONE DI RISPETTO – Stando a quanto recentemente riportato da Il Giornale, il giocatore nerazzurro si sarebbe “sfogato” in privato con Tullio Gritti, il vice di Gasperini all’Atalanta, parlando di presunte fazioni venutesi a creare all’interno dello spogliatoio. Ma il classe ’94 ha chiarito tutto: “Ho troppo rispetto per lo spogliatoio, i miei compagni, lo staff precedente, quello attuale e la mia dirigenza per pensare e dire falsità come quelle riportate nelle scorse ore”. Dichiarazioni dietro le quali si cela una vistosa verità: Gagliardini ha un atteggiamento da vero professionista, e soprattutto rispettoso (parola che ricorre con frequenza nel suo curriculum) nei confronti di tutti. Società in primis: per fare un esempio, la polemica legata alla sua presenza allo Stadium in occasione di Juventus-Barcellona si è rivelata infondata, semplicemente per via del fatto che – come confermato – il giocatore aveva avvisato la società della sua serata torinese. Un’attitudine alla disciplina che si è manifestata e rivelata vincente anche sul terreno di gioco: Gagliardini, infatti, è l’uomo che forse più di tutti in questa Inter è in grado di garantire equilibrio e sicurezza. Ed è forse anche e soprattutto per questo che la tifoseria vede in lui una valida speranza per il futuro.

Andrea Pontone

Sezione: News / Data: Dom 14 maggio 2017 alle 06:30
Autore: Redazione FcInterNews.it
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