"La prima settimana ho avuto un giorno la febbre, altri 5-6 una brutta tosse, in più non sentivo gli odori e avevo un po’ di mal di schiena. Nel complesso però è stato tutto sopportabile. Neppure la seconda settimana ero al 100%, ma poi si è sistemato tutto". Questo il racconto di Manolo Gabbiadini, intervistato dal Corriere dello Sport. L'attaccante della Samp torna a parlare dopo aver superato il contagio al Covid-19.

Cosa ha provato sapendo che la Sampdoria è stata la squadra di A più colpita dal Covid-19? 
"E’ inevitabile pensare dove potresti aver preso il virus, ma è impossibile trovare una risposta. Mi dispiace che sia successo proprio a noi, ma l’importante è che stiamo tutti bene. Ci siamo preoccupati tanto per il dottore che per qualche giorno non è stato bene, ma adesso si è rimesso". 
 
Quando ha ripreso ad allenarsi? 
"Una settimana dopo la positività avevo provato a fare qualcosa, ma sono stato costretto a fermarmi perché non ero al top e così mi sono limitato a qualche allungamento per la schiena visto che mi ero bloccato. Dopo 15 giorni ho ripreso con la cyclette e gli elastici seguendo i programmi che lo staff tecnico ci manda ogni sera su Whatsapp". 
 
Crede che sia possibile finire la stagione? Ci spera? 
"Non spetta a me dirlo. L’obiettivo di tutti è ripartire, non solo nel calcio che in questo momento è la cosa meno importante, ma nella vita in generale. Bisogna ripartire, però nella maniera giusta ovvero senza poi ricascare nel problema. Se succedesse sarebbe un guaio per gli ospedali. Ecco perché dico che bisogna usare la testa e prendere ogni decisione con grande attenzione". 
 
Il calcio saprà superare questa crisi? 
"Di certo, ma non bisogna aver fretta di tornare subito a fare tutto come prima. Ci vogliono calma e lucidità perché la battaglia contro il virus non è ancora finita. In questo momento ci sono cose più importanti rispetto al calcio e ripartiremo quando ci diranno che non ci sono rischi per la salute. Nostra e di chi ci sta intorno. Rispettare le cose è fondamentale quando c’è gente che rischia la vita. Noi calciatori siamo felici di tornare a giocare, ma è giusto farlo in totale sicurezza, quanto tutti stanno bene". 

 Chi vincerà lo scudetto? 
"Troppo difficile da dire adesso perché le variabili sono molte. Riprendere dopo due mesi di stop e magari con soli 20 giorni di preparazione nelle gambe vuol dire che il campionato sarà falsato, comunque finisca. Ranieri ha detto una cosa intelligente quando ha spiegato che i calciatori sono come Ferrari che hanno bisogno della giusta preparazione per carburare. Il finale di stagione sarà un’incognita anche per noi che andremo in campo". 

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Sezione: News / Data: Mer 22 aprile 2020 alle 14:07 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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