"La partita doppia di Thohir consisterà nel dover governare l’Inter anche dall’altra parte del mondo, e per fare questo gli sms con cui ha imparato a «vivere» a distanza le partite della squadra di Mazzarri non basteranno. Giacarta è lontana, più di quanto non dicano le 13 ore di volo che la separano da Milano: una tratta che con tutta la buona volontà il tycoon indonesiano e i suoi soci non potranno percorrere chissà quante volte. Ecco dunque che uno dei primi nodi che dovranno sciogliere sarà come garantire una presenza: se non fisica, di fatto". Questa la riflessione di Andrea Elefante, stimato collega della Gazzetta dello Sport che approfondisce alcuni punti del nuovo rapporto tra Thohir e il club nerazzurro. "Serviranno uomini che abbiano le loro stesse idee, o comunque sappiano renderle concrete. Uomini che abbiano la forza di fare con decisione le cose per le quali Moratti ha visto nei nuovi proprietari i partner ideali: il mestiere di rendere una società più moderna, più internazionale, più redditizia, di farle vedere altre prospettive, di spalancarle altre porte, non solo e non per forza sull’Oriente. Ma serviranno anche uomini che, per il mestiere che non è mai stato il loro, ovvero mettere allenatore e giocatori nelle migliori condizioni per far funzionare la squadra, sappiano collaborare con chi lo sa fare. Perché lo fa da anni, e in Italia. Cambiare a volte serve a costruire, stravolgere a volte può portare a distruggere, e allora gestione economica e gestione sportiva avranno una bisogno dell’altra, esattamente come gli uomini di Thohir avranno bisogno, soprattutto all’inizio, perlomeno all’inizio, di alcuni di quelli che all’Inter, in ruoli chiave, ci sono già. E conoscono l’Inter anche nelle pieghe più nascoste, perché la vivono da dentro, non da così lontano".  

Sezione: News / Data: Sab 16 novembre 2013 alle 12:44 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print