Intervenuto in collegamento con Premium Sport, Alessio Da Ronch, giornalista de La Gazzetta dello Sport salito oggi alle cronache per i presunti insulti subiti nel 2001 da Mancini, allora allenatore della Fiorentina, racconta la sua versione dei fatti: "Feci un pezzo su Leandro che sapevo fosse scappato in Brasile perché non avrebbe più giocato con Mancini nella Fiorentina.. Quella mattina l'addetto stampa mi disse che Mancini non la prese bene. Poi dopo la conferenza mi fece chiamare Mancini per discutere del pezzo. Io andai e lui cominciò ad attaccarmi con toni alti, mi sorprese la sua rabbia. Feci per andarmene e lui mi ha insultato col termine 'frocio' e mi ha minacciato di interventi fisici. Un collega e l'addetto stampa si misero in mezzo. Il collega era Rialti. Mancini mi disse una valanga di insulti ma rimase nella memoria di tutti la parola frocio perché i colleghi ci scherzarono per anni. Come in tanti altri episodi penso di non averne parlato col giornale, era una lite come altre avute, anche con toni più violenti. Alcuni non accettano delle critiche, a volte ho sbagliato io causando reazioni violente. Ma ci siamo sempre chiariti, mai queste cose sarebbero andate sui giornali come questa. Però questa è uscita su altre parti, mi hanno chiamato e io ho confermato. Ma quella parola non mi ferì tanto, era un insulto come un altro; l'amarezza mi è rimasta perché pensavo che una cosa che avevo scritto fosse senza fondamento e invece si rivelò vera e anche perché non si è mai scusato e mai mi ha rivolto la parola da quel momento. Ma mai ho pensato a Mancini come omofobo, nella rabbia si dicono tante cose. Negli anni cambia la sensibilità verso certe parole e cambiano anche le persone, immagino anche Mancini". 
 

Sezione: News / Data: Gio 21 gennaio 2016 alle 21:58
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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