Oggi Mauro Tassotti è il vice di Shevchenko sulla panchina dell’Ucraina, ma il pensiero va sempre all'Italia e a Milano, specialmente in questi giorni terribili. "Giocare adesso non si può ed è giusto che sia così", dice alla Gazzetta dello Sport.

In casa non si sta bene. Lei è preoccupato?
"Come si potrebbe non essere preoccupati? Vado a prendere il pane per dieci giorni, aspetto di trovare lo slot per la spesa online al supermercato anche all’alba. Forse questa esperienza può insegnarci qualcosa di nuovo, solo i nostri nonni o i nostri genitori hanno vissuto il dopoguerra. Stiamo sperimentando una situazione estrema. All’inizio si diceva che fosse poco più di una influenza, poi ti ritrovi con amici e conoscenti in rianimazione. Si diceva: muoiono solo i vecchi. Ma che discorso è? Gli anziani sono la nostra storia".

Come uscirà il calcio da questa pandemia?
"Non saprei. Il primo obiettivo mi pare che sia uscire di casa. In qualche modo ce la faremo, che sia giocare fino a estate inoltrata, fare tre partite la settimana, pensare ai playoff. Vedo che in Lega ci sono schieramenti opposti, ma la cosa che mi preme di più ora è che il sud dell’Italia impari dagli errori e dai tentennamenti. In Lombardia è stato difficile, ci siamo trovati a combattere con cose che non erano mai accadute. Mi pare che altrove sia andata allo stesso modo, forse peggio. Negli italiani c’è uno spirito riscoperto da tenere stretto per il futuro, altrimenti tutto passa per niente. La lezione deve servire anche a chi governa: fai tagli alla sanità e poi ti trovi a non avere posti negli ospedali. Ora bisognerà avere sensibilità e occhio lungo".

Sezione: News / Data: Ven 27 marzo 2020 alle 19:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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