Fabrizio Corsi, presidente dell'Empoli, torna sulla bufera che si è scagliata su Maurizio Sarri, suo ex tecnico. "Sono dispiaciuto perché parliamo di una persona a me cara. Sarri ha commesso un errore, ma credo che ora la cosa più meschina sia strumentalizzare quella frase e trasformarla in omofobia", dice al Corriere dello Sport
 
Non lo è? 
"No. Tutti quelli che conoscono il modo di parlare dei toscani sanno che “finocchio” è un termine che viene usato nei confronti dell’avversario fortunato. Lo usiamo nelle partitine a tennis contro il nostro amico, quando la palla tocca la rete e cade al di là. Purtroppo per Sarri, il contesto gli vieta di usarlo". 
 
Facciamo un esempio: se Sarri lo avesse detto al toscano Spalletti non sarebbe uscito niente dal campo. 
"Spalletti lo avrebbe interpretato nel modo più adeguato e non come ha fatto Mancini. Ma anche i milanesi che vanno in vacanza in Versilia o i romani che vanno a Castiglion della Pescaia sanno quale significato va dato a quella parola. Se poi a Milano vogliono fare finta di niente, allora va bene. Non va bene però che una storia del genere sia uscita dal campo di gioco e sia finita in tv". 
 
Mancini doveva tacere? 
"Non siamo tutti uguali, bisogna capire cosa ha provato Mancini di fronte a quel termine. Ricordo però che proprio lui, dopo le accuse di razzismo che Vieira aveva rivolto al suo amico Mihajlovic durante Lazio-Arsenal, dichiarò che certe cose devono finire lì, sul campo". 
 
Sarri allenava l’Empoli quando venne punito per una frase dopo la gara col Varese: “Il calcio sta diventando uno sport per froci”. 
"Quella mi era piaciuta di meno, quelle erano parole da interpretare negativamente". 
 

 

Sezione: News / Data: Gio 21 gennaio 2016 alle 11:06 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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