"Il refrain all’uscita dagli stadi è sempre lo stesso: com’è brutta l’Inter. Una verità buona solo per i più irriducibili degli zemaniani. Non è una squadra spettacolare quella assemblata da Mancini, ma ha un dna ben definito con tre segreti: rendere brutte anche le formazioni con tratti da modelle come il Torino, punire al minimo errore gli avversari e avere una difesa decisa nel mettere sotto chiave il bottino conquistato. E la granitica retroguardia fin qui ha portato 14 punti in trasferta". Questa l'analisi del Corriere della Sera all'indomani del successo dell'Olimpico che conferma i nerazzurri in testa a pari punti con la Fiorentina.

"Contro i granata, orfani di vittorie da sei turni, Mancini ha provato di essere un grande tecnico. Si è adattato all’avversario, preferendo schierarsi a specchio, così da far perdere nel suo riflesso il furbo Ventura. L’allenatore nerazzurro ha ripudiato la difesa con quattro uomini, ha rispolverato la linea a tre e rimescolato le figurine, lasciando a sedere Jovetic e Perisic per rilanciare Icardi e Palacio. Ne è venuto fuori il match pianificato, con il Torino costretto a giocare in orizzontale e a ritmi bassi, tanto cari a un’Inter dal centrocampo pieno di muscoli con Medel, Melo e Kondogbia. Faticano gli avversari a leggere i nerazzurri, proposti sempre con un vestito diverso. All’Olimpico i nerazzurri sono spariti nella ripresa, senza mai tirare in porta. La regola base però è una: per vincere bisogna far gol. L’Inter ci riesce, anche senza bomber Icardi, unico cruccio di una formazione ben incamminata verso lo scudetto".

Sezione: News / Data: Lun 09 novembre 2015 alle 18:49
Autore: Redazione FcInterNews.it
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