"Le parole “finocchio” e “frocio” che Sarri ha rivolto a Mancini sono offensive e omofobe. Chi è omosessuale sa bene che si tratta di epiteti gravissimi, per di più pronunciati da un allenatore che dovrebbe avere un alto senso di responsabilità". Lo dice alla Gazzetta dello Sport Alessandro Cecchi Paone. "Tuttavia, c’è un aspetto positivo in questa situazione: Mancini non si è sentito offeso, anzi ha detto che lui, pur non essendo gay, sarebbe orgoglioso di esserlo qualora qualcuno ancora ritenesse l’omosessualità qualcosa di cui vergognarsi".

Sarri ha provato a spiegarsi e si è scusato, ritiene che possa bastare? 
"Sinceramente, le scuse mi sono parse un po’ goffe per quanto immediate e sincere. Sarri potrebbe farsi “perdonare” con i fatti: magari lui e De Laurentiis potrebbero invitare il Positano (squadra di cui è presidente, ndr) e il sottoscritto per una amichevole al San Paolo cogliendo così l’occasione per parlare diffusamente della omosessualità nel calcio". 

In effetti, il tema è ancora un tabù. Lei come se lo spiega? 
"È evidente che sull’argomento c’è una arretratezza di fondo. Solo Marchisio e Prandelli, a oggi, hanno preso una posizione che io definirei normale parlando della presenza di omosessuali nel calcio. Mancini ha dato uno scossone a un ambiente che impedisce a tanti ragazzi di dichiararsi gay proprio perché i continui episodi di omofobia, che registro di persona nei campionati minori, non hanno la risonanza che meriterebbero". 

 

Sezione: News / Data: Gio 21 gennaio 2016 alle 15:49 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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