Ex medico della Nazionale italiana, oggi al Guangzhou Evergrande, Enrico Castellacci ai microfoni di TMW Radio ha analizzato a lungo la situazione che sta vivendo il calcio italiano, in piena emergenza Coronavirus, tornando a dire la sua sul protocollo adottato: "Io fui molto critico, dissi che i protocolli vanno bene quando applicabili e quando non permettono interpretazioni diverse. L'azienda sanitaria di Napoli ha bloccato la squadra, perché costituzionalmente poteva. Da una parte ha ragione la Juventus a seguire il protocollo, così come il Napoli dall'altra a dire che ha fatto tutto la Asl. Paradosso: il protocollo è stato approvato dal Cts, che ha anche poi confermato l'autorità delle aziende sanitarie locali. Possibile che non ci sia uniformità di giudizio e procedimento? Un protocollo per essere intelligente deve essere elastico, plastico, che possa dare uniformità".

Riusciremo a concludere il campionato?
"Tutto è difficile. Tre-quattro mesi fa ci chiedevamo se il campionato sarebbe stato concluso: la fortuna e le condizioni favorevoli aiutavano, mentre ora è tutto all'opposto. Il virus si sta intensificando, anche se la maggior parte dei pazienti sono asintomatici, e di questo va tenuto conto. Una bolla integralista come quella cinese in Italia non è possibile per mille motivazioni, e i rischi sul campionato ci sarebbero sempre. Posto comunque che solo la Serie A potrebbe fare una cosa del genere, in B e in C non sarebbe possibile".

Si è cercato di fare raffronto con la bolla dell'NBA. Impossibile da trasportare in Italia?
"Sì, chiaramente. Non c'è in primis la mentalità, e neanche la pazienza da parte degli atleti. In Italia mancano anche le strutture adeguate, e ripeto: si potrebbe fare solamente in Serie A. Ma il campionato e le condizioni socio-politiche sono troppo diversi: atteniamoci a quello che possiamo fare, stare attenti e seguire con ratio senza estremizzazioni, né da una parte né dall'altro. Sento da una parte il Ministro dire che il campionato finirà, e il Sottosegretario alla Salute che invece dice no. Serve uniformità anche al Governo".

Quali sono le criticità e difficoltà maggiori per i club di Serie A?
"Sono tantissime. Da presidente dei medici italiani ne sono a conoscenza, e distinguiamo subito la A da B e C. In Serie A ci sono più possibilità di gestire meglio, qualora i protocolli fossero chiari. Il medico sociale non deve far altro che far rispettare le regole che ci sono: positivo in quarantena, gli altri in ritiro ed isolamento fiduciario. Su Serie B e C sappiamo che esistono problematiche economico-logistiche". 

L'U21 sarà sostituita dall'U20 che ha chiesto di portare Cutrone, Ricci, Sottil e Tonali, tutti quanti già in passato positivi al Covid. Esiste l'immunità?
"Da un punto di vista scientifico non abbiamo nessuna certezza che una persona già contagiata abbia un'immunità. Dipende dalla carica anticorpale che il soggetto è riuscito ad avere: se ha tantissimi anticorpi, questa pseudo-immunità diventerà più lunga, altrimenti meno. Sicuramente questi quattro si aggregheranno all'U20 dopo aver fatto sia sierologico che tampone: sia per vedere se hanno avuto, sia per capire se hanno ancora. Dipende dalla carica virale".

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Sezione: News / Data: Mar 13 ottobre 2020 alle 15:09
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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