La storia infinita di Calciopoli è arrivata all’ultima puntata, dopo tredici anni: Antonio Giraudo, ex amministratore delegato della Juve sospeso a vita dalla Federcalcio italiana, ha infatti presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Davanti ai tribunali del pallone italiano, "ci fu una macroscopica violazione dei diritti della difesa", per non parlare della "ragionevole durata del processo", riassumono i suoi legali, l’avvocato torinese Amedeo Rosboch e quello belga Jean-Louis Dupont, l’uomo che - si legge sul Corriere della Sera - con la sentenza Bosman ribaltò il mondo del calcio.

"Una decisione favorevole aprirebbe una voragine, per Calciopoli", spiega l’avvocato Rosboch. Anche se azzerare tutto, processi, squalifiche e, quindi, gli scudetti requisiti alla Vecchia Signora, pare piuttosto complicato, nonostante la Corte europea abbia abituato anche a sentenze dirompenti.
"Furono lasciati soltanto 7 giorni per predisporre le difese, tempo insufficiente anche solo per la lettura di un fascicolo di oltre 7.000 pagine. Ma durante calciopoli furono violati diritti fondamentali", sottolinea ancora l’avvocato Rosboch.

La famigerata saga del calcio italiano - chiosa il quotidiano milanese - si era chiusa con la bocciatura di tutti i ricorsi di Giraudo contro la «preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc», decisa dalla Corte di giustizia federale e confermata dall’Alta Corte di Giustizia sportiva del Coni, nel 2012. Sempre per «difetto di giurisdizione». In sede penale, la condanna dell’ex ad juventino — un anno e otto mesi in Appello — era stata annullata senza rinvio dalla Cassazione, per prescrizione. Sul tavolo dei giudici della Cedu — se il ricorso verrà ammesso — ci sarà anche la «ragionevole durata del processo», che per i difensori non ci fu, visti gli oltre 13 anni.

Sezione: News / Data: Mar 24 marzo 2020 alle 13:14
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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