La vicenda Calciopoli bis, nel tardo pomeriggio, ha scaldato l'aula del tribunale di Napoli. Ecco come racconta la giornata Tuttosport (escluso la questione Facchetti, già sottolineata dal nostro sito in una sezione a parte, in primo piano".

Fissa negli occhi Luciano Moggi, che non ha perso una sola battuta della sua deposizione, e per la prima volta si rivolge direttamente a lui: «Quest'uomo senza qualità...». Franco Baldini, ex ds della Roma e attuale manager della nazionale inglese, ricorre a una citazione letteraria, che rimanda al titolo del romanzo di Musil, per apostrofare l'ex dirigente juventino il quale non riesce più a controllarsi: si alza in piedi e fa per dirigersi verso il banco dei testimoni, trattenuto dagli avvocati che gli sono a fianco. Teresa Casoria invita Baldini a frenarsi e Moggi a calmarsi. Lo scontro in aula tra i due "nemici" rappresenta il momento clou dell'udienza del processo di calciopoli, ripreso oggi davanti alla nona sezione del tribunale di Napoli.

La testimonianza di Baldini, sollecitata dalla stessa difesa di Moggi - il dirigente era ai primi posti della lista degli avvocati Maurilio Prioreschi e Paolo Trofino - ha mostrato l'antica ruggine tra i due, risalente alla vicenda Gea in cui Baldini fu un accusatore nel processo romano che ebbe lo strascico di una imputazione di minacce contestata a Moggi. Lo stesso ex dg della Juve,a l termine dell'udienza, parlando con i giornalisti ha annunciato l'intenzione di querelare Baldini per l'espressione usata oggi in aula («lo querelo»). Nel corso della sua deposizione, Baldini ha confermato che i rapporti con Moggi divennero «pessimi» dopo che lui si decise a denunciarne «le minacce, i maltrattamenti, i soprusi» messi in atto nel mondo del calcio . L'ex dirigente romanista, invitato dal pm Narducci e dai legali a citare episodi specifici, è tornato sulla vicenda della Gea (la società di procuratori di calciatori che avrebbe fatto capo a Moggi) parlando, tra l'altro, di giocatori costretti a firmare procure al figlio dell'ex dg bianconero, nonchè del presunto intervento di Moggi per impedire che Taddei venisse venduto dal Siena alla Roma (l'attaccante brasiliano venne acquistato dalla società giallorossa solo l'anno successivo quando era svincolato).

«Nulla si muoveva o si spostava senza che Moggi lo volesse», ha detto Baldini che, incalzato dalle domande dei difensori, si è soffermato a lungo sul suo rapporto con Attilio Auricchio. L'obiettivo della difesa di Moggi è quello di screditare il lavoro del colonnello Auricchio e per questo le domande dell'avvocato sono inerenti alle relazioni avute con il carabiniere. Baldini ha affermato di aver conosciuto l'investigatore nel 2003 durante le indagini sulle fidejussioni fasulle e sulla inchiesta napoletana di calciopoli, e che in seguito ebbe diversi incontri con Auricchio «quando - ha affermato - avevo deciso che quel poco che avevo da denunciare lo avrei denunciato». Ha spiegato di non essere stato in possesso di prove circostanziato e di aver tentato di convincere alcune persone (ha citato a tale proposito due procuratori e un dirigente di società) che si erano confidate con lui a denunciare agli inquirenti. Ha dichiarato poi di aver avuto un rapporto di «collaborazione» con l'investigatore e di essere stato disponibile a «spiegargli come funzionavano le cose».

Insomma una bufera nella bufera dopo una mattinata tutto sommato abbastanza tranquilla. Sì perché la tanto attesa testimonianza di Pierluigi Collina è andata via liscia senza scossoni, con l'ex arbitro che ha manifestato a più riprese grande sicurezza e tranquillità. Collina ha raccontato i ricordi e le esperienze vissute sul campo, nonché sui dubbi che ha sempre avuto sui sorteggi: «Le designazioni soggettive sono il modo giusto» si è premurato di aggiungere. Anche tre giornalisti, tra cui Simone Nozzoli, hanno ricordato come il sorteggio fosse assolutamente regolare: «Pairetto estraeva da un’urna le palline contenenti le partite e leggeva la partita, poi il giornalista estraeva una pallina per volta, la dava a Bergamo che leggeva il nome dell’arbitro. Sfere diverse dalle altre? Le ho toccate tutte e non ho notato alcuna differenza, almeno a quelli a cui ho assistito io». Collina ha detto di non aver mai subito pressioni da alcuno, compresi i designatori Bergamo e Pairetto, per influenzare l'esito degli incontri da lui diretti e che se avesse ricevuto segnalazioni di questo genere le avrebbe denunciate (comprendendo in questo discorso i suoi assistenti e il suo amico Meani). Ha inoltre affermato che quando arbitrava non era a conoscenza dei nomi dei calciatori diffidati.

All'inizio dell'udienza c'è stata anche la testimonianza di Giancarlo Abete, presidente della Figc che ha confutato la tesi di un’associazione che aveva manipolato per portare Carraro alla presidenza. Intanto la difesa di Moggi ha presentato un nuovo elenco di telefonate circa 130 e il collegio si è riservato di decidere l’ammissione alla prossima udienza.

Sezione: News / Data: Ven 01 ottobre 2010 alle 20:44 / Fonte: Tuttosport.it
Autore: Fabrizio Romano
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