Quattro allenamenti con il Cagliari, sua nuova squadra, quattordici giorni senza vederla. "In compenso ho visto tutte le partite che ha giocato. Tutte". Walter Zenga parla così alla Gazzetta dello Sport della strana situazione che sta vivendo dopo essersi insidiato sulla panchina rossoblu nelle settimane in cui è esplosa l'emergenza Covid-19. "Dal 7 marzo - racconta l'Uomo Ragno - non ho più sentito un giocatore, li ho lasciati in pace con le famiglie: ce l’hanno tutti qui, l’unico senza sono io. Sto facendo corsi di leadership online, su Wyscout ho studiato i profili tecnici e personali dei giocatori. Ho uno svantaggio rispetto agli altri 19 allenatori, sono appena arrivato: devo ridurre velocemente questo gap. Ma non sapere quando mi servirà tutto questo è dura, preferirei mi dicessero: fino a fine maggio non se ne parla. Il Cagliari ha solo sottolineato di essere stato il primo club in autoisolamento. Ma oggi è impossibile programmare una ripresa di gruppo il 23, come avevamo ipotizzato: è una questione sia morale che etica. E medica. Io oggi penso solo che vorrei non vedere più bare portate via dai militari, sentire di fabbriche chiuse, di gente senza lavoro. Se riprende il calcio vuol dire che riprende un po’ di vita e allora accetteremo quello che sarà. Nel caso la vedo dura finire entro giugno, più facile sfondare su luglio, e allora: le vacanze? Chi se ne frega delle vacanze. Dobbiamo giocare a Ferragosto? Giochiamo a Ferragosto. Quattro partite alla settimana? Giochiamole". 

L'intervista, poi, si sposta sul calcio giocato, in particolare al calo difficilmente spiegabile avuto nel 2020 dai sardi: "E se il problema fosse stato l’opposto? Dire di sentirsi da Champions ma non crederci abbastanza? Non parlo di traguardi, ma il Cagliari deve pensare in grande: è a quattro punti dal 7° posto, con una partita in meno", il punto di vista di Zenga. Che poi conclude il suo pensiero sugli obiettivi: "Se pensi: oddio lotterò per non retrocedere, lotterai per non retrocedere. Nainggolan, Nandez, Rog, e poi Olsen e Simeone dopo gli infortuni di Cragno e Pavoletti: non mi pare un mercato da salvezza".

La chiosa è dedicata a Nainggolan, leader tecnico e carismatico della squadra: "E’ un top player che ha intelligenza, corsa, qualità, tiro. Può stare dove vuoi, anche davanti alla difesa, però io gli cercherò un posto fisso: quello dove potrà rendere al cento per cento".

Sezione: News / Data: Lun 23 marzo 2020 alle 11:14
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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