Beppe Bozzo, noto agente, analizza alla Gazzetta dello Sport il fenomeno crescente della clausola rescissoria. "Abituiamoci all’idea che questo strumento si diffonda sempre più. È nell’interesse di tutti. Anche per evitare pericolosi tormentoni di mercato".

Serve più ai calciatori.
"Dipende. Se un club programma bene, può fare a meno delle clausole e dare un progetto adeguato ai suoi tesserati. Comunque il momento più delicato è quando si cambia società".

Perché?
"Spesso per stanchezza l’agente si concentra sull’ingaggio e tralascia i dettagli. Invece è quello il momento in cui si contrattano bonus e clausole".

Con quali criteri?
"Innanzitutto rispettando una proporzione. Se s’inserisce una clausola da 100 milioni, lo stipendio deve essere tra l’8 e il 10%: quindi tra gli 8 e i 10 milioni netti. Altrimenti non vale la pena farla".

E poi?
"Bisogna fare attenzione ai modi di applicazione. I dirigenti devono lasciarsi il tempo necessario per trovare un sostituto. In generale chi ritiene di assecondare un percorso di crescita può individuare gli incentivi e mettere nel conto anche la separazione. Ciò riguarda soprattutto quei club che hanno contratti brevi con i loro giovani che si affermano strada facendo. In quei casi devono scendere a patti".

 

Sezione: News / Data: Gio 05 ottobre 2017 alle 17:19 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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