Francesco Misciagna, direttore del blog Quelli che l'Inter..., ha intervistato Cristiano Biraghi, difensore nerazzurro classe '92 ma in prestito alla Juve Stabia in Serie B. Ecco un estratto dell'intervista.

Buongiorno Cristiano. Raccontaci un po' la curiosa storia del monopattino?

"Non c’è nulla di particolare da raccontare, l’utilizzo del monopattino è nato dalla necessità di arrivare al campo tranquillamente evitando il traffico e poi è molto utile per spostarsi per le strade di Sorrento senza dover per forza prendere l’auto. Alcuni compagni hanno colto la mia idea e l’hanno acquistato anch'essi".

Vivi al sud, nella bellissima Sorrento. Tu che sei nato nell'hinterland di Milano, Cernusco sul Naviglio paese noto per aver dato i natali a calciatori del calibro di Scirea,Tricella e Galbiati, hai trovato difficoltà ad ambientarti in questa nuova realtà?

"No, per niente. Ambientarmi qui al Sud per me non è stato difficile anzi ho trovato gente molto disponibile e amichevole. Spesso si dicono cose sbagliate sul Sud d’Italia, io ho sperimentato che si vive bene sia a Sorrento che a Castellammare e che le persone che vivono in questi luoghi sono molto calorose e accoglienti, ti mettono a tuo agio facendoti sentire come a casa tua".

Descrivici un po' le tue caratteristiche. Quali le tue doti migliori e dove ritieni devi ancora migliorare?

"Credo che per il futuro, per migliorarmi, dovrò lavorare tanto sulla fase difensiva dato che nasco come esterno un po’ più avanzato e quindi mi occorre tempo e allenamento per adattarmi a giocare un po’ più arretrato. Tra i miei punti di forza credo ci sia la facilità di corsa e l’abilità nei cross ma sono fermamente convinto che per un giovane come me ci sia ancora tanto da fare e su cui lavorare, per fare una buona carriera devo lavorare duro su ogni aspetto del mio gioco".

Nel 2011 hai vinto con la Primavera dell'Inter il prestigioso "Viareggio Cup" con una squadra formata da ragazzi di grandissima prospettiva. Con chi hai legato maggiormente?

"Ricordo con piacere quell’esperienza anche perché legai tanto con tutti i ragazzi, quello era un grande gruppo e la cosa più bella era che non c’erano particolari screzi e ogni divergenza veniva chiarita nello spogliatoio. Inoltre in quel frangente fu importante il lavoro di mister Pea che creò prima un gruppo unito nello spogliatoio e poi quest’unità pian piano la trasmise anche sul campo di gioco con ottimi risultati".

 

Continua a leggere il resto dell'intervista a Biraghi sul blog Quelli che l'Inter.

 

Sezione: News / Data: Mar 24 aprile 2012 alle 12:55
Autore: Giuseppe Granieri
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