Graziano Bini, ex capitano dell'Inter campione d'Italia 1979-80, ripercorre ai microfoni di Radio Uno Rai l'avventura della vittoria del tricolore di 40 anni fa, l'ultimo conquistato da una squadra completamente italiana prima della riapertura delle frontiere, sotto la guida di Eugenio Bersellini: "Venivamo da un allenatore come Beppe Chiappella che aveva i suoi metodi, ricordo che l'impatto fu devastante: cambiammo tutto il sistema degli allenamenti. Nel ritiro di San Pellegrino mise fuori dalla sede il programma di lavoro, all'epoca i ritiri duravano un mese. Lui ci voleva pronti alle otto del mattino per allenarci: prima settimana, camminata in montagna di tre ore. Però nel giro di 15-20 giorni capimmo le metodologie e il perché faceva queste cose, ovvero per darci anche una lezione di vita: senza sacrifici non si ottiene nulla".

L'Inter, l'anno dopo, arrivò alla semifinale di Coppa dei Campioni frenata solo dal Real Madrid: "In quella semifinale abbiamo avuto la sfortuna di perdere Gabriele Oriali che a febbraio rimediò una distorsione. Con lui in campo, senza nulla togliere a nessuno, noi avremmo passato il turno e avremmo anche vinto la Coppa. Questo è il mio rammarico. E l'anno prima dello Scudetto, abbiamo perso un titolo pareggiando tante partite in una stagione dove giocammo anche meglio della stagione successiva. Purtroppo, il nostro tricolore finì un po' in secondo piano per via dello scandalo del Totonero". Adesso, l'Inter ha un'impronta fortemente straniera: "Il mondo cambia, bisogna anche un po' adeguarsi. Quando ci ritroviamo noi del gruppo 1979-80 scopriamo di essere molto contenti anche se abbiamo vinto meno di quello che potevamo: eravamo amici, molti di noi erano cresciuti nel vivaio interista. Poi i tempi cambiano, e l'Inter ha vinto tanto anche con tanti stranieri". Chiusura sulla ripartenza del campionato: "Quando penso che i giocatori devono tornare in campo dopo 2-3 mesi, dico che non sarà facile per loro. Mancherà anche il pubblico che quando si gioca dà molto, inutile dire che a porte chiuse è come prima, anzi manca tanto. Forse però la soluzione giusta è stata questa: magari vedremo partite più lente e meno agguerrite fisicamente. Speriamo che finisca bene". 

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Sezione: News / Data: Dom 07 giugno 2020 alle 22:48
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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