Jonathan Ludovic Biabiany è tornato a essere un giocatore dell’Inter. Il trequartista francese è stato raggiunto dal Corriere dello Sport, al quale ha rilasciato una lunga intervista. Il ragazzo, in vacanza alle Seychelles con la compagna Sara, è davvero felice per il riscatto nerazzurro (in compagnia di Mariga) dal Parma: “Sono davvero contento del ritorno all’Inter. Calcisticamente sono cresciuto qui ed è un piacere tornarvici”. Il francese era un obiettivo anche di Mourinho, prima che andasse a Parma: “Ho conosciuto Mourinho nel ritiro di Riscone nel 2008. Mi ha colpito il lavoro sempre con il pallone tra i piedi. Sono contento del fatto che la società punti su di me nonostante il suo addio”. Ora c’è Benitez: “Non lo conosco di persona, ma a Liverpool ha fatto un ottimo lavoro”. I propositi per la nuova stagione: “L’obiettivo è giocare quanto più possibile. Voglio tornare utile e vincere il maggior numero di trofei”.

Però non sarà facile ripetersi dopo lo scorso anno: “Lo so. Ho fatto il tifo dalla tv per la squadra, ora voglio dare una mano e portare a casa qualcosa di importante”. Idem per la Nazionale francese: “Sono tornato da una tournèe con la nazionale Under 21 dove ho fatto due gol in due gare”. Biabiany ripercorre poi i momenti dell’arrivo all’Inter: “Mi ricordo di Pierluigi Casiraghi che venne a Parigi e vide casualmente una mia partita. Arrivò due ore prima e nell’attesa diede un'occhiata alla mia squadra, il Blanc Mesnil. Avevo due anni meno degli altri, 16, lo colpii e lui mi portò a Milano”.

Jonathan parla delle sue esperienze passate: “A Chievo giocavo poco a causa di una pubalgia. A Modena ho imparato a giocare da esterno sia a destra che a sinistra, con Zoratto e Apolloni. A Parma ho trovato un gruppo straordinario. Lì rimarrà mio fratello Jordi, gioca negli Allievi”. Come sarà il ritorno al Meazza, è facile intuirlo: “Sarò certamente emozionato. Lo ero al debutto in Coppa Italia quando c’era Mancini. Ora lo sarò ancora di più”. Con un nome così lungo, viene da chiedersi come si farà chiamare dai compagni: “Jonathan. Prima mi chiamavano Bego, diminutivo di Begorà, cognome di mia madre. Ora ho il cognome di mio padre”. I suo pregi e difetti tecnici: “Sono veloce ed ho un buon dribbling. Devo migliorare però quando mi trovo sotto porta. A 12 facevo atletica leggera, a Modena ho fatto i 100 metri in 10 e 40, sull’erba con le scarpe da ginnastica, ma potevo di certo fare meglio”.

Sezione: News / Data: Ven 18 giugno 2010 alle 10:37 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alberto Casavecchia
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