Ospite in collegamento con Sky Sport, Beppe Bergomi risponde alle domande degli abbonati, spaziando dal passato al presente. Si parte guardando agli anni '80-'90: "In quegli anni i campioni giocavano da noi. In assoluto il migliore e più difficile da marcare è stato Van Basten, forte di testa e tecnicamente. Più era cattivo agonisticamente, marcarlo era difficile". 

Si passa alla stretta attualità, all'impatto di Eriksen all'Inter: "E' una domanda che mi hanno già fatto moltissime volte - spiega lo Zio -. Io ho sempre risposto nella stessa maniera e il tempo mi ha dato ragione. Il danese è diverso da tutti gli altri centrocampista in rosa, ha qualità, ma i miei dubbi sono sempre stati sulla sua collocazione in campo. Fino adesso ho avuto ragione perché è difficile metterlo nei tre in mezzo perché serve intensità. Conte sta cercando di trovargli una posizione diversa, ha bisogno di stare vicino agli attaccanti". 

L'ex Inter, poi, spiega il perché Van Dijk sia il migliore difensore al mondo: "Non ho dubbi su di lui, ha fatto fare il salto di qualità al Liverpool, dando leadership e anche gol. In questo momento è quello che interpreta meglio il ruolo". 

Si torna al passato: "Se sono mai stato vicino all'addio all'Inter? Ci sono stati due momenti, una volta quando Trapattoni allenava la Juventus. Dopo il colloqui mi disse: 'allora rimani all'Inter'. E poi nel '92, dopo l'esperienza di Orrico, un anno un po' difficile. Le responsabilità cadevano sempre su di me, Zenga e Ferri e allora mi cercarono Lazio e Roma. Poi Bagnoli mi disse: 'dove vuoi andare?'. Risposi che sarei rimasto, poi arrivammo secondi dietro al Grande Milan".

Bergomi dice la sua sulla marcatura a uomo e a zona: "Da giocatore ho sempre marcato a uomo, non ho mai avuto dubbi. Io ho smesso di giocare nel '99, difficilmente si giocava a zona all'epoca. Il gol ora lo prendi comunque, diventa difficile difendere; se posso scegliere, da allenatore, marco a zona responsabilizzando comunque i giocatori". 

Sezione: News / Data: Ven 27 marzo 2020 alle 15:14
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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