Lo stadio Meazza, costruito nel '25 con vari successivi ampliamenti fino al terzo anello e copertura per i mondiali del '90, rappresenta un pò la storia del calcio italiano. Ma racchiude in se anche la problematica relativa all'impiantistica sportiva, obsoleta e insufficiente perché sia un fattore produttivo per i club professionistici. Tuttavia da qualche anno è in atto un'interessante esperienza, tra l'Inter e il Milan, al momento di condivisione della gestione, nell'immediato prossimo di adeguamento della qualità dei servizi e di miglior utilizzo di alcuni spazi al suo interno per un possibile uso per eventi esterni, dalle convention aziendali ai matrimoni. Sufficienti al sostenimento dei costi gestionali, ma non per lo sviluppo di risorse aggiuntive ai bilanci dei due Club. Ne ha parlato Calciomercato.com con Pierfrancesco Barletta, l'ad del consorzio M-I Stadio, per parte dell'Inter, incontrato negli spazi amministrativi della società nerazzurra, che si affacciano proprio sul nuovo manto erboso del Meazza.

Barletta, lo stadio Meazza racchiude in se molti aspetti della problematica relativa alla gestione degli impianti sportivi in Italia. Di fatto c'è la novità della concessione alle due società milanesi, che ne condividono la gestione e un progetto di ristrutturazione

"San Siro che è in concessione a Inter e Milan e viene gestito attraverso la società M-I Stadio, che ha attuato da diversi anni un rinnovamento della struttura, partendo prima dalla messa in sicurezza dello stadio, voluta dalla legge Pisanu e Amato. Fatto ciò, abbiamo investito sui servizi allo stadio per i tifosi e abbiamo creato nuovi spazi. Sono state infatti costruite sei nuove sky lounge e trenta sky box per gli sponsor. Ora stiamo lavorando alla ristrutturazione del museo e del negozio che saranno pronti a fine 2013. Il museo, che conta circa duecentoventimila presenze all'anno, è tra i più visitati a Milano ed è il terzo più visitato in Europa".

State pensando all'adeguamento del Meazza, nonostante sia noto l'interesse dei due club milanesi per uno stadio proprio, forse con una maggiore convinzione proprio dell'Inter. Attualmente quali risorse umane ed economiche sostenete
"Che l'Inter stia pensando a uno stadio nuovo non è un mistero, ma nel frattempo insieme al Milan renderemo adeguato lo stadio di San Siro. Questo è gestito da M-I Stadio di cui sono amministratore delegato insieme al mio collega del Milan Alfonso Cefaliello. Al suo interno ci lavorano ogni giorno trenta persone, che diventano mille nei giorni in cui si disputano le partite. Per poterne usufruire paghiamo un affitto di otto milioni di euro all'anno".

Milano, ricordiamo, si è candidata ad ospitare la finale di Champions League del 2016, avrete probabilmente vari lavori da completare
"Certo, i nostri futuri investimenti riguarderanno l'abbattimento delle barriere, così come prescrive la UEFA, e l'adeguamento sia della segnaletica all'interno dello stadio sia dei servizi igienici, che oggi sono in pessime condizioni. Tra il 2013 e il 2014 rifaremo, infatti, i servizi igienici del primo e del secondo anello e entro il 2015 rifaremo quelli del terzo anello. Inoltre, abbiamo risolto il problema del terreno di gioco, che ha dato problemi per anni, dovuti sia al numero di partite giocate, sia alla ristrutturazione del 1990".

Quanto è costata quest'operazione di ripristino del manto erboso, martoriato proprio dall'ultimo intervento di copertura del mondiale del '90?
"Il costo effettivo sostenuto dalla società è stato di trecentomila euro ma, se si pensa che una rizollatura costa centottantamila euro e ne venivano fatte cinque all'anno, siamo già rientrati ampiamente dell'investimento. Inoltre, abbiamo investito su un impianto di luci per la crescita dell'erba, brevettato con M-I Stadio che venderemo anche ad altri stadi".

Pare stia dando buoni risultati, lo avete sviluppato in collaborazione con qualche azienda specializzata?
"Ottimi risultati, perché permette la ricrescita dell'erba naturale, visto che il terreno di gioco è fatto per un 70% di erba naturale e un 30% di erba sintetica. Invece di acquistarlo da altre società abbiamo deciso di farlo per conto nostro. Nonostante ci siano altri due concorrenti che fanno un prodotto simile, lo abbiamo brevettato e ora cercheremo di venderlo".

Dunque ci sono una serie di costi, gestionali e di manutenzione: rispetto al raggiungimento dell'equilibrio economico, quali attività possono esser realizzate?
"L'equilibrio si raggiunge sapendo che il Meazza è un luogo della città, che può essere utilizzato tutti i giorni e non solo durante la partita. Noi stiamo proponendo il fitto delle sale dello stadio per congressi, matrimoni, cene aziendali. Abbiamo tante richieste ed è una parte di business che abbiamo implementato molto negli ultimi anni. In più quest'estate ci saranno nove concerti".

Quindi, anche uno stadio vecchio, ma ristrutturato, può consentire dei margini di operatività per raggiungere condizioni di equilibrio gestionale
"Per la società che lo gestisce è un modello sostenibile, ma non permette a Milan e Inter di avere ricavi aggiuntivi. Uno stadio vecchio non dà quei margini che possono esser sviluppati da uno nuovo. La vera novità sta nel fatto che due società di calcio così diverse riescono a gestire uno stadio insieme, anche se sicuramente uno stadio proprio per ogni società è auspicabile ed è l'obiettivo di tutti. Nel frattempo il modello di gestione condiviso con un'altra società che noi abbiamo sperimentato è comunque interessante".

Sezione: News / Data: Mer 03 aprile 2013 alle 09:27 / Fonte: Calciomercato.com
Autore: Mario Garau / Twitter: @MarioGarau
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