La pesante reprimenda dell’ex dt dell’Ajax David Endt nei confronti dell’Inter non tocca solo l’aspetto tecnico. Nel corso della sua intervista a De Volkskrant, il manager, che da molti anni segue le vicende nerazzurre, parla anche della complessa situazione societaria del club: “L’Inter è un mostro dalle mille teste: Frank de Boer è stato scelto da Erick Thohir, l’ex proprietario. Ma ora la proprietà è finita in mano ai cinesi, gente che non ama interferenze nel loro lavoro. E non è ancora chiaro quello che vogliono per l’Inter; si è creato un vuoto di potere. Poi c’è il vicepresidente Javier Zanetti, che è qualcosa di più di una figura simbolica; lui reagisce soprattutto emotivamente, ma in un mondo opportunista come quello del calcio rimane una voce importante. E ancora di più lo è Massimo Moratti, che fa il pater familias sullo sfondo come Riemer van der Velde a Heerenveen”. Sul banco degli imputati anche i giocatori: “Sono tanti, un gruppo folto; ognuno ha la sua agenda e i suoi contatti con i giornalisti. Quando arriva un nuovo allenatore con un approccio nuovo, nello spogliatoio spuntano dinamiche particolari. Alcuni pensano di avere un’opportunità, altri vedono la loro posizione messa a repentaglio. Tutti fattori che non vanno a beneficio della coesione”.

Se De Boer ha commesso un errore, a detta di Endt, è stato quello di volere assistenti olandesi a lui vicini: “Penso che accanto a lui ci volesse un confidente che conoscesse le relazioni, Orlando Trustfull e Michael Kreek non hanno mai mangiato quel formaggio. José Mourinho, un uomo straordinariamente intelligente, ha voluto con sé Beppe Baresi. Era responsabile delle giovanili ma conosceva benissimo l’ambiente e come erano le forze in quel momento, aveva credibilità. Ma credo che De Boer abbia comunque fatto del suo meglio, ha imparato italiano velocemente per affrontare le conferenze. Ma questo è un altro discorso: se le cose vanno bene, si sentono bene. Ma se i risultati sono deludenti, il suo italiano suona male”. Ma l’Inter è un’eccezione nel calcio italiano? “No, molti club sono peggio. I club di provincia hanno un padre padrone che vuole controllare tutto, le big attirano ogni tipo di figura che vuole avere un certo potere. L’unico club dove si può lavorare decentemente è la Juventus, dove dopo la B si sono rimessi a posto perché la Fiat ha fatto piazza pulita”.    

Sezione: News / Data: Mar 01 novembre 2016 alle 18:26
Autore: Redazione FcInterNews.it
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