Tra qualche ora l'Inter scenderà in campo per affrontare la sua prima finale del moderno Mondiale per Club. Davanti non avrà l'Internacional di Porto Alegre, i favoriti della vigilia a giocarsi un posto tra le prime due, ma la sorpresa Mazembe, che ha fatto fuori prima il Pachuca e in semifinale proprio i brasiliani. Il team allenato da Lamine N'Diaye viene dalla Repubblica Democratica del Congo, da non confondere con il vicino stato del Congo-Brazzaville, ed è salita alla ribalta del calcio internazionale grazie alle prestazioni fornite nella Champions League africana e in quelle recenti di Abu Dhabi, dove si è presentata come una squadra che non ha paura di nessuno e in grado di giocarsela contro chiunque abbia di fronte. Malu Mpasinkatu, direttore sportivo della nazionale congolese e opinionista per Sky Sport, conosce molte bene i coccodrilli: "Altro che i sudcoreani del Seongnam - avverte -, il prossimo avversario dei nerazzurri è una squadra vera, che non teme i campioni di Benitez e ha un'organizzazione molto europea. Anzi, molto italiana".

Per Mpasinkatu la squadra di Benitez non deve commettere l'errore di sottovalutare le qualità degli africani: "Non sono d'accordo quando dicono che il Mazembe punta più sulla fisicità che sulla tecnica e la tattica - aggiunge -. E' la visione tipica che ha il resto del mondo del calcio nei confronti di quello africano. Siamo alle solite".

Per il Mazembe, già più volte protagonista nel proprio continente, si tratta di un'occasione storica, arrivata grazie ad un presidente che investe molto sulla società. "Innanzitutto ha vinto per due volte consecutive la Champions africana - spiega il ds congolese -. Non è poco. Come per la Juventus degli ultimi anni, in questa rosa c'è un blocco di sei giocatori convocato sempre in nazionale. E poi c'è una struttura che nulla ha da invidiare a quella dei grandi club: il presidente Moïse Katumbi Chapwe è un ricco uomo d'affari, la sua azienda si occupa di estrazione minerarie. E' anche nella politica, ma al di là di questo per il Mazembe rappresenta ciò che Massimo Moratti è per l'Inter. Chapwe spende moltissimo. Il Mazembe ha un suo stadio, un suo centro sportivo e il budget annuale a disposizione della squadra oscilla tra i 6 e i 9 milioni di euro. I giocatori guadagnano dai 5mila ai 20mila dollari al mese. E hanno pure l'automobile...".

I giocatori del Mazembe potrebbero interessare ai club italiani? "Non credo, per ora. I presidenti italiani amano spendere, e tanto, soprattutto in Sud America. A differenza dell'Inghilterra, della Germania, della Francia e da qualche anno anche della Spagna. Sono campionati dove si fa molta più attenzione al rapporto qualità-prezzo. La spesa per un buon giocatore africano è contenuta. I gol straordinari di Kabangu e Kaluyituka contro l'Internacional di Porto Alegre, tutt'altro che episodi casuali, hanno già stuzzicato l'interesse di molti. Quelli del Le Mans, ad esempio, sono da giorni ad Abu Dhabi".

A cosa deve stare attenta l'Inter? "A se stessa, e non è una semplice frase fatta. Benitez, è un ottimo allenatore - continua Mpasinkatu -, ha ricevuto critiche esagerate. Per il Mazembe non ci sarà speranza se il tecnico spagnolo riuscirà a far giocare la sua squadra come quella che ha stracciato tutti la scorsa stagione. Ma ai miei fratelli africani auguro una grande partita, e magari di vincerla. Ma se sconfitta deve essere, spero sia almeno sofferta per i nerazzurri".

Sezione: News / Data: Sab 18 dicembre 2010 alle 13:10 / Fonte: Sky Sport
Autore: Daniele Alfieri
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