Intervistato dal Messaggero, il ministro per lo sport e per i giovani Andrea Abodi ha ampiamente parlato dell'attualissimo capitolo stadi: "Vedo troppi progetti nei quali si è tutti d’accordo ma che non si trasformano poi in cantieri. Noi dovremmo intervenire con una normativa specifica che consenta al privato di fare il suo mestiere e mettere a disposizione risorse finanziarie, competenze tecniche e soluzioni gestionali che consentano di realizzare le opere in tempi certi e di gestirle al meglio nel tempo" ha detto l'ex presidente della Serie B.

Al calcio servono stadi moderni per il rilancio?
"Principio che vale per tutte le infrastrutture di alto livello. Da questo punto di vista, penso sia fondamentale il miglioramento del patrimonio esistente, quasi totalmente pubblico, attraverso progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana. Dobbiamo puntare prioritariamente alla sostituzione urbana, quindi all’abbattimento e alla ricostruzione, che in Italia non è una politica diffusa anche per motivi legati alla tutela storica, artistica e culturale che impone una serie di vincoli. Tutto ciò che viene solo protetto rischia di essere sottovalutato se non è messo a disposizione quotidiana della comunità".

Sulla proposta per l'Europeo in condivisione con la Turchia:
"Mi auguro che il nuovo format con la doppia organizzazione di Italia e Turchia per l’Europeo del 2032 non faccia arretrare l’impegno di tutti a migliorare diffusamente le infrastrutture. L’Europeo tra nove anni, anche se potrebbe coinvolgere “solo” 5/6 città, deve continuare a rappresentare un incentivo a migliorare il patrimonio, ma secondo me è necessaria una precondizione, ovvero un patto tra pubblico e privato, per cui chi vuole investire dev’essere messo nella condizione di farlo. La candidatura congiunta è comunque una opportunità. La Turchia oggi, dal punto di vista della qualità infrastrutturale in ambito sportivo, è più avanti di noi e questo è un fatto del quale tener conto per valutare al meglio la scelta della FIGC e della federazione turca di trovare un punto d’incontro, piuttosto che arrivare al confronto finale, facendo prevalere un interesse generale e non solo quello individuale. Potrebbe essere un’occasione anche in chiave di geopolitica mediterranea, andando oltre gli aspetti commerciali e industriali, affrontando i temi umanitari anche attraverso la diplomazia sportiva, per favorire il dialogo, il confronto costruttivo e pacifico".

Sezione: News / Data: Gio 03 agosto 2023 alle 15:25
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
vedi letture
Print