E' stato un 2013 strano, per gli interisti e per chi vi scrive. Un 2013 fatto di dolori, angosce e incertezze, culminato però con una grandissima gioia. Ne sono successe davvero di tutti i colori, molto più di quanto non fosse lecito aspettarsi da una squadra di calcio. Nessun interista rimpiangerà la conclusione di questo anno solare, cominciato malissimo e continuato ancora peggio, salvo poi risollevarsi proprio sulla sirena. Il 2013 è stato l'anno degli addii dolorosi, degli infortuni spaccacuore, ma anche l'anno della svolta epocale chiamata Erick Thohir. Un anno che si è aperto con l'addio di Wesley Sneijder e si è chiuso con il gol di Rodrigo Palacio, con la speranza che possa essere l'inizio per un'annata decisamente migliore.

Era gennaio scorso quando Wesley Sneijder, finito fuori squadra per non aver accettato la nuova politica dell'Inter sull'adeguamento degli ingaggi, veniva ceduto al Galatasaray. Era l'inizio del declino, di quel processo di ridimensionamento che non si sarebbe più arrestato fino alla fine della stagione. Non sono mancate le parole al veleno da parte dell'olandese per una storia d'amore che si è conclusa nel modo più burrascoso possibile. A febbraio è arrivata un'altra tegola, l'infortunio di Diego Milito durante Inter-Cluj. 7 mesi di stop per il Principe, un guaio dal quale è guarito salvo poi sprofondare in un nuovo problema, stavolta di natura muscolare. Marzo non è stato da meno. Stavolta non si tratta, però, di infortuni ma di 'cassanate'. Risale proprio a marzo, infatti, il litigio tra Antonio Cassano e l'allora tecnico Andrea Stramaccioni, preludio all'inevitabile addio che si è poi consumato a fine stagione. Ad aprile è un nuovo infortunio, per certi versi più doloroso di quello di Milito, a segnare ancora la travagliata annata nerazzurra. Durante Parlemo-Inter del 28 aprile, infatti, il tendine d'Achille di Javier Zanetti fa crack. Sembrava la fine di una splendida carriera, eppure 7 mesi dopo Pupi è di nuovo in campo, anche se non ovviamente con lo stesso passo di prima.

Arriva maggio, si chiude la stagione con un deludente nono posto e con essa si chiude anche l'avventura nerazzurra di Andrea Stramaccioni. Al suo posto, il 24 maggio viene annunciato Walter Mazzarri, tecnico voluto personalmente da Massimo Moratti per provare a rimettere in piedi una squadra disastrata. A giugno arriva Mauro Icardi, l'erede di Diego Milito, a luglio viene ufficializzato l'addio di Antonio Cassano: nella trattativa per il passaggio al Parma rientra anche Ishak Belfodil, che approda in nerazzurro. Comincia una nuova stagione e la nuova Inter mazzarriana sembra partire con il piede giusto: 4-0 al Cittadella in Coppa Italia, 2-0 al Genoa nell'esordio di campionato. A settembre si rivede finalmente Milito, che sul campo del Sassuolo firma una doppietta che fa commuovere davvero tutti.

Ottobre è il mese della vera svolta: il giorno 15 del mese, Massimo Moratti ufficializza la cessione del 70% delle quote societarie all'International Capital Sports, gruppo d'investimento che fa capo al magnate indonesiano Erick Thohir. Di questo si è scritto tutto e il contrario di tutto. Un mese dopo arriva anche la presentazione ufficiale e la prima apparizione italiana del tycoon, che aspetta un mese esatto prima di vedere la prima vittoria in campionato della sua Inter. Ci riesce nella gara più bella, nel modo più bello: 22 dicembre 2013, un fantastico gol di tacco di Rodrigo Palacio regala ai nerazzurri la vittoria nel derby. Tacco 12 lo hanno soprannominato i tifosi sui social network, visto che con la vittoria i nerazzurri hanno spinto i rivali rossoneri a -12 punti. Non basterà, forse, a risollevare un'annata nera, ma il messaggio è chiaro: l'Inter c'è e vuole esserci ancora.

Sezione: La Rubrica / Data: Sab 28 dicembre 2013 alle 00:30
Autore: Alessandra Stefanelli / Twitter: @Alestefanelli87
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