Ascoltate il nuovo episodio de L’Orologio - EP. 121, La Provvidenza D’Ambrœsca

Questa è stata una delle settimane più difficili della stagione. Uscire dalla Champions League in questo modo è stato dolorosissimo e lascerà inevitabili strascichi nella rosa, perlomeno nel breve periodo. L’Inter era chiamata a una prova di forza contro il Cagliari, per provare a invertire la rotta e non perdere ulteriori punti in campionato.

Alla Sardegna Arena, il tema centrale è stato Christian Eriksen: com’è andato il suo ritorno in campo dopo oltre un mese dall’ultima maglia da titolare? Bene per mezz’ora, con un paio di giocate illuminanti. Poi si è spento come tutta la squadra, correndo spesso a vuoto. C’è ancora dell’incomprensione fra ciò che gli chiede Conte e quel che è portato naturalmente a fare. 

Da Eriksen, lo scettro di più chiacchierato della gara è passato presto al portiere del Cagliari Cragno: l’estremo difensore sardo ha giocato una prima parte di gara sontuosa, negando il gol all’Inter in quattro occasioni. Due volte a Lukaku, due volte a Sanchez, in una sorta di par condicio  tra avversari. Sarà il prossimo portiere dell’Inter?

Nella ripresa, si è risvegliata la Provvidenza D’Ambrœsca, scossa dai cambi di Conte: i cambi tempestivi e la forza dei singoli ribaltano la gara, con un Niccolò Barella sugli scudi e - per l’appunto - un Danilo D’Ambrosio formato redenzione.

Archiviata la gara con il Cagliari, è tempo di bilanci. Quante sono le cose che non hanno funzionato nel girone di Champions League dell’Inter? La risposta semplice sarebbe: tutte.

Abbiamo provato ad andare in profondità, ricostruendo il percorso della squadra di Conte. Dall’esordio pieno di speranze contro il Borussia a San Siro, con Eriksen trequartista, alla disfatta di Milano contro il Real Madrid, il vero momento in cui l’Inter ha iniziato a salutare la coppa dalle grandi orecchie. I due 0-0 contro lo Shakhtar Donetsk sono il triste ripetersi di una storia cui abbiamo già assistito.

In sintesi, abbiamo identificato tre motivi principali: rendimento dei singoli non all’altezza, ingarbugliamenti tattici e, diciamocelo, un po’ di sfortuna. Cosa c’è dietro a tutto questo? E, soprattutto, come evitare gli errori del passato?

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Sezione: L'Orologio / Data: Lun 14 dicembre 2020 alle 12:05
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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