"Tutti i giocatori vogliono giocare la Champions e vincere dei trofei. Ma bisogna guardare la realtà. Non è facile accontentarsi di traguardi minimi, ma adesso dobbiamo conquistare tanti punti". Questo quanto spiega Keisuke Honda intervistato dalla Gazzetta dello Sport. "Ci sono sempre molte soluzioni per ogni problema, ma è complicato scegliere quella migliore. Adesso dobbiamo trovare la chiave per fare un salto in avanti".

C’è qualcosa che non le piace del calcio italiano?
"La mentalità: si pensa solo a vincere e di conseguenza si preferisce non correre rischi. E questo ti frena. Nella cultura italiana si è troppo legati ai successi del passato, c’è molta memoria storica. Ma servirebbe un rinnovamento generale come è accaduto in altri campionati europei. O in Giappone: io ho giocato due Mondiali, la Champions, non ho ancora 30 anni, ma la gente già parla del dopo-Honda. Qui è diverso: visto che il calcio italiano ha avuto molto successo, si è rimasti legati a quel modello".

Mihajlovic che tipo di tecnico è?
"Molto attento e onesto. Trasmette fiducia, dà coraggio. La squadra ha bisogno di lui e lui farà crescere la squadra".

Nei primi mesi della stagione ha fatto molta panchina. Come mai?
"Deve chiederlo a Mihajlovic, lui lo sa... In estate mi aveva schierato dietro alle punte, fisicamente stavo bene, ma lui non era soddisfatto del rendimento. Nessun giocatore è felice quando sta fuori, ma è stata un’esperienza preziosa anche questa. In carriera sono stato poco in panchina: adesso so cosa pensa chi non gioca".

 

 

 

 

Sezione: L'avversario / Data: Ven 08 aprile 2016 alle 18:08 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print