In una lunga intervista a Marca, Javier Zanetti ha parlato del suo modo di interpretare la professione e delle sue esperienze, ma anche di mercato e della finale di Champions di questa sera. Ecco le parole del vice president nerazzurro:
Nei primi anni della tua carriera andavi ad allenarti dopo aver lavorato come garzone di latteria:
“Sì. Senza sacrificio non si ottiene nulla. Con esperienze di questo tipo si capisce cos’è la cultura del lavoro e il rispetto per la professione di calciatore”.
Sei stato uno dei pochi che si è allenato anche il giorno del matrimonio:
“Il calcio è una filosofia di vita. Ma questo atteggiamento l’ho visto anche in gente come Ivan Ramiro Cordoba e Walter Samuel, che si è ritirato qualche giorno fa”.
In 23 anni da calciatore professionista quanti sacrifici hai dovuto sopportare?
“Per me quello che è fatto in tutti questi anni non è stato un sacrificio, perché ho sempre sognato di giocare al calcio. Inoltre ho avuto la fortuna di ricevere una buona educazione e di studiare, così ho preso tutto questo per realizzare un sogno. È una condotta”.
Comprendi gente come Javier Mascherano che dice di non divertirsi più in campo?
“Questa professione ti regala sensazioni uniche ma al tempo stesso richiede una grande responsabilità. Noi che abbiamo giocato in grandi club lo capiamo, perché sei sempre sotto pressione, anche se Javier è sempre stato bravissimo nel reggerla. Io mi godevo di più la settimana prima del match, condividendo dei momenti coi miei compagni. Sapevo che se mi fossi allenato bene mi sarei avvicinato molto a quello che poi avrei ottenuto in gara”.
Cosa ti han lasciato gli allenatori incontrati in carriera?
“I principali valori del calcio mi sono stati inculcati da Marcelo Bielsa. Era uno che ti faceva migliorare sempre, tirava fuori il meglio di te, per questo valorizzarlo in base ai risultati ottenuti mi sembra un errore. Di José Mourinho mi è sempre piaciuto il suo concetto di responsabilità, è unico. È estremamente intelligente oltre che un vincente, penso che il Manchester United aveva bisogno di un tecnico come lui, con la sua personalità. Anche se ritengo quanto fatto da Alex Ferguson quasi ineguagliabile”.
Sei sorpreso dal tuo amico Diego Simeone?
“Il Cholo era un allenatore già quando giocava. Io per esempio mai ho sentito di voler rimanere in campo se non come calciatore. Le sue squadre giocano proprio come giocava lui”.
Avete cenato insieme solo qualche giorno fa. Ti ha detto quello che lo preoccupava per la finale?
“Sa che il Real Madrid ha delle individualità che ti possono fare vincere in qualunque momento. Ma l’Atletico Madrid non dà mai nulla per perso. Ci credono sempre, fino all’ultimo minuto”.
Ti aspettavi meno la parabola di Zinedine Zidane?
“Lui sta dimostrando di essere un tipo molto intelligente. Se in così poco tempo è arrivato a giocarsi una finale di Champions League e non ha vinto la Liga per un solo punto è perché unisce la qualità di quando era calciatore alle sue competenze da allenatore. Ricordo che fu uno dei calciatori che mi facevano soffrire di più quando si trattava di marcarlo, era molto difficile sottrargli il pallone”.
Arriva meglio l’Atletico o il Real?
“In una finale di Champions non ci sono favoriti. Ancora meno in un Clasico. Si giocherà tutto sui dettagli, soprattutto individuali. È vero che il Real Madrid è più abituato a giocare partite di questo tipo, però questa è la grande opportunità per l’Atletico. Arrivare due volte alla finale in tre anni la dice lunga su Simeone e sui suoi giocatori, ma anche su come stiano facendo bene le cose all’interno del club”.
L’Atletico è solo intensità e spirito?
“È molto di più. È una squadra molto intelligente e ha bene in mente come giocare. Sa quando attaccare e quando difendere in blocco”.
Che partita sarà stasera a San Siro?
“Penso che all’inizio ci saranno pochi spazi, visto che le due squadre si conoscono bene. Sarà un avvio di studio da entrambe le parti. Poi ci sarà spazio per le individualità”.
Ti piacerebbe portare Simeone all’Inter, no?
“Quello che vogliamo è tornare a giocare la Champions League e per questo adesso abbiamo Roberto Mancini, che sta facendo un ottimo lavoro. Devo anche dire che Simeone all’Atletico si trova molto a suo agio. All’Inter ha lasciato tanti bei ricordi, prova ancora tanto affetto per il nostro club e in futuro non si può mai sapere cosa accadrà. Ma adesso bisogna rispettare Mancini”.
Lo vedi Mascherano nella Juventus?
“Io lo vedo in qualunque squadra, è un giocatore che sa adattarsi a tutto. È il calciatore che tutti vorrebbero avere. Si è già espresso a grandi livelli in Inghilterra, lo vedo bene ovunque”.
È lui l’altro ‘Gran Capitano’?
“Senza dubbio, Javier è sempre stato un esempio da seguire per quello che trasmette. Ma lo è anche Leo Messi per l’impegno che ci mette in ogni partita. Leo vuole esserci sempre e va impegnato, quando sento che si discute uno come lui vado fuori di testa. È una soddisfazione vederlo continuare a fare quello che fa in campo, ho avuto l’onore di giocare in Nazionale con lui”.
Perché Banega all’Inter?
“Lo abbiamo ingaggiato per la sua enorme personalità e qualità, lui è uno che alza il livello della squadra intera. Il suo è il profilo che vogliamo per riportare l’Inter dove deve stare. Il nostro punto di partenza è la qualificazione in Europa League”.
Prenderete altri giocatori?
“Per la questione del Fair Play Finanziario dobbiamo prima vendere”.
Chi tiferai in finale?
“Non posso dirlo, ma si può immaginare. Spero solo che sia una grande finale per la storia. E l’Atletico merita di esserci”.
Autore: Redazione FcInterNews.it
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