Ashley Young si racconta per il Match Programme in vista di Inter-Ludogorets, dall'infanzia con il sogno di diventare calciatore ("Un ambizione che ho sempre avuto fin da bambino") alle prime delusioni ("Al Watford quando avevo 16 anni mi dissero che non ero abbastanza alto, che ero troppo piccolo e invece di offrirmi la borsa di studio per due anni, me la offrirono part time") fino all'esplosione in una carriera che lo ha visto interprete in tante situazioni diverse. "Nella mia carriera ho saputo cambiare e reinventarmi diverse volte - dice -. Ho iniziato come attaccante, proseguito come esterno e alla fine mi sono ritrovato terzino, anche perché ho avuto allenatori che hanno capito che avrei potuto ricoprire diverse posizioni in campo, ovviamente per poterlo fare c'è bisogno di intelligenza calcistica e doti fisiche".

L'ultima tappa, per ora, è la Serie A. "Ho sempre visto partite del campionato italiano, da quando ero bambino e mi ha sempre incuriosito, mi sono chiesto se un giorno avrei avuto l'opportunità di giocarci e adesso sono qui - dice ancora Young. - Penso ai calciatori che hanno vestito questa maglia e ai trofei che questa società ha conquistato e vorrei far parte di questa grandissima storia. Avendo giocato 14 anni in Premier League ho portato qui la mia esperienza".

Sezione: Copertina / Data: Gio 27 febbraio 2020 alle 10:53
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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