Fresco vincitore del Torneo di Viareggio, raccolti centinaia di complimenti, tutti meritati, l'allenatore della Primavera dell'Inter Stefano Vecchi è ospite della puntata odierna di 'Inter Nos' su Inter Channel, assieme al suo vice Luca Facchetti. Per loro le domande dei tifosi via Twitter. FcInterNews.it propone la diretta testuale della puntata: "Abbiamo disputato partite equilibrate, ma vinte meritatamente. Sin dalla prima partita sono stati tutti successi voluti, anche contro la Roma in cui siamo stati fortunati all'inizio ma poi abbiamo vinto 4-0. Con merito abbiamo portato a casa il torneo", esordisce Stefano Vecchi.

Che sensazioni regala una vittoria simile? L'Inter del futuro riparte da questi giocatori?
"Quando si vince è sempre una gioia, a me è capitato anche nei dilettanti. E' il coronamento di impegno, sacrificio e lavoro, poi il Viareggio è prestigioso e vincerlo al primo centro fa piacere. Ora ripartiremo buttandoci sul campionato, abbiamo un  buon margine sulla terza e cercheremo le vittorie necessarie per arrivare ai playoff, per poi giocarci le nostre carte. Alla fine del girone d'andata abbiamo sofferto anche il momento della prima squadra, che ci ha privati di molti ragazzi passati in prima squadra. Alcuni ci sono ancora con Mancini. Quando ti mancano giocatori come Puscas e Bonazzoli gli altri devono farsi carico di una responsabilità in più. C'è stato poi il calo di qualcuno, ma siamo ripartiti bene nel girone di ritorno, vincendo a Lanciano e pareggiando con Udinese e Atalanta, squadre forti. A Viareggio poi Bonazzoli ci ha dato una mano nelle quattro partite finali. Puscas? Per noi è importante avere un finalizzatore, quando c'erano lui e Bonazzoli vincevamo con molti gol di scarto. Anche uno dei due ci dà una mano perché ci fa ruotare gli altri e li deresponsabilizza. Devono crescere, hanno bisogno di più tempo".

Fino a quando può crescere un giocatore tecnicamente?
"Nella tecnica di base sempre, con l'esperienza si può migliorare nella velocità di esecuzione. Nel settore giovanile hai più margine e puoi incidere di più sui ragazzi".

Cosa danno di più  ragazzi nel vivaio da più anni?
"Danno continuità, un'identità, un legame con la maglia, la conoscenza dell'ambiente e l'esperienza. Se sono sopravvissuti alle selezioni ogni anno vuol dire che hanno valori importanti. Poi si uniscono ragazzi che vengono da fuori, il più delle volte stranieri visto che gli italiani è impossibile prenderli perché costano tanto e non te li cedono. Per chi viene dall'estero non è facile, ma sono bravi a convivere con la nuova realtà".

Lo spirito di Bonazzoli è stato fondamentale.
"Lui ci teneva a far bene, aveva voglia di giocare. Già a Udine, contro la Primavera più forte incontrata, aveva giocato una grande partita. A Viareggio è stato un trascinatore, alle quelità tecniche e di goleador ha unito la capacità di farsi carico della squadra, dando una mano ai compagni. Mi piace pensare che abbia voluto restituire ai compagni quello che loro gli hanno dato permettendogli di bruciare le tappe. Bonazzoli passava peer quello che aspettava il pallone davanti, in realtà ha dimostrato di essere generoso perché lavora per la squadra e fa la fase difensiva, come i grandi campioni esclusi due o tre. I campioni si sacrificano, qualcuno tende a risparmiarsi ma la maggior parte partecipa anche alla fase difensiva".

Nel corso degli allenamenti incide l'allenatore con un passato da mediano?
"Non so, con me gli attaccanti hanno sempre fatto molti gol ma è chiaro che curo molto la fase difensiva. Per mentalità con me chi si risparmia trova poco spazio. Io non ero un talento, avevo altre doti di corsa e temperamento. Negli anni ho visto giovani perdersi in serie C per l'atteggiamento di sufficienza o presunzione. Mi piacerebbe che questi ragazzi capissero che sono all'Inter perché hanno grandi doti, ma senza la mentalità giusta baasta poco per sparire dal calcio professionistico. La garanzia di non perdersi è l'atteggiamento, come Bonazzoli a Viareggio che nel momento di difficoltà saprà come uscirne".

Quanto ha pesato nella decisione di accettare la panchina di una Primavera il fatto che fosse quella dell'Inter?
"Ha inciso tanto, ritengo l'Inter il massimo nel settore giovanile, a livello di Lega Pro. Non mi mancavano le offerte in Lega Pro, ma per il legame con questi colori ho scelto l'Inter, anche per la voglia di far bene con questi ragazzi".

Dove può arrivare Gaston Camara?
"Camara ha talento e una dote fisica di velocità e buona qualità importante, che in pochi hanno. Deve trovare più continuità, se non viene coinvolto si perde un po'. Ma quando lo coinvolgono incide. Deve crescere, anche in allenamento, cercando di essere sempre sul pezzo. per carattere tende a estraniarsi, ma le qualità sono indubbie e può diventare un giocatore importante. Sa essere determinante in tutte le partite, non sempre è preciso nella finalizzazione o nell'ultimo passaggio. A Viareggio lo è stato più del solito e ci ha permesso nelle prime gare, in assenza di Bonazzoli, di fare la differenza".

Cosa pensa dell'eccessiva presenza di stranieri nelle giovanili?
"Vedere i festeggiamenti dei ragazzi fa piacere, significa che lavorando duramente i risultati arrivano e con essi le soddisfazioni. Mi auguro si possa festeggiare ancora in futuro. Sugli stranieri, ci sono quelli bianchi e quelli neri, ma molti sono in Italia da 10 anni. Gli italiani in campo fanno parte della nazionale e 5 arrivano dalle categorie inferiori. Si è visto come laavora il settore giovanile, pernso che chi arriva da fuori serva a far crescere chi è già qui. Bandini, Sciacca, Palazzi e altri sono stimolati dalla presenza di ragazzi provenienti da fuori. E se qualcuno lascia l'Inter, lo fa per andare in realtà importanti dobve possono emergere. Non è detto che debba succede per forza all'Inter. Se il discorso riguarda la nazionale, l'Inter fornisce più giocatori di tutti alla selezione. Chiaro che tra gli stranieri che sono con noi, non è detto che siano tutti bravi. Magari qualcuno arriva e non riesce ad ambientarsi, però si crea competitività e si alza il livello. Ripeto, è più semplice prendere un giocatore straniero rispetto a un italiano, perché non te li danno, preferiscono crescerli loro. O li peschi da piccoli o li trovi all'estero, però devono essere all'altezza dell'Inter".

Come si lavora sulla testa di un giocatore quando torna all'Inter dopo un'esperienza fuori?
"Steffè, per esempio, è uscito ed è rientrato benissimo. I ragazzi non scelti non vuol dire che andando via dall'Inter non riusciranno a dimostrare di poter tornare. Il problema è che molti lasciando l'Inter non riescono a imporsi neanche altrove. Se sono buoni però quando tornano indietro sono più forti".

Cosa aspettarsi dalla seconda parte di stagione?
"Dobbiamo vincere prima possibile 4-5 partite per mettere al sicuro la nostra presenza al playoff, obiettivo chiesto dalla società.Noi di certo non ci accontenteremo e faremo il possibile per vincere anche questo torneo, dopo quelli estivi e il Viareggio. I titoli in estate hanno dato sicurezza e fiducia in quel momento, ci ha permesso di fare un filotto di vittore all'inizio prima di calare. Mi auguro che il Viareggio sortisca gli stetti effetti".

Cosa significa il sostegno dei tifosi che seguono la Primavera?
"Fa sicuramente piacere,, questo è uno zoccolo duro a cui si aggiongono i vari Inter Club in giro. L'Inter è sempre un grande richiamo. Il fatto che ci sia gente anche a Inter-Lanciano crea un legame particolare e ringraziamo i tifosi".

Tra poco ci sarà il derby, sarebbe bello ripetere quello dell'andata.
"Non sarà facile, il Milan è cresciuto molto e con merito ci ha superato in classifica. Non sarà semplice ripetere quel risultato".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 20 febbraio 2015 alle 13:03 / Fonte: Inter Channel
Autore: Redazione FcInterNews.it
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