Lunghissima e interessante intervista del Corriere dello Sport ad Aleksander Ceferin, numero uno del calcio europeo. Ecco qualche passaggio interessante delle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Uefa.

Qual è la situazione del calcio europeo? 
"Il calcio europeo è più vivo che mai. Il successo delle squadre europee in Russia evidenzia l’ottimo lavoro che è stato svolto dalle nostre federazioni nazionali nel corso degli anni, non è stata una sorpresa"

L’Italia e i Paesi Bassi non si sono qualificate ai Mondiali, la Germania è stata eliminata nella fase a gironi. C’è qualcosa che non va? 
"È altrettanto vero, però, che Inghilterra, Francia, Belgio e Croazia hanno disputato le semifinali. Queste sono grandi nazioni calcistiche e stanno investendo molto nello sviluppo del proprio calcio giovanile. Sono sicuro che i Paesi che ha menzionato torneranno al successo nelle maggiori competizioni, ma questo è anche un utile promemoria: nello sport non ci sono certezze". 

Dopo essere stato utilizzato durante il Campionato del Mondo, il Var è pronto per essere introdotto nella Champions League? 
"Il sistema Var ha funzionato bene in Russia e credo sarà difficile tornare indietro. Ciò nonostante, ci sono ancora alcuni aspetti della procedura che non sono chiari e che dobbiamo risolvere, ad esempio riguardo alle circostanze nelle quali far intervenire il Video Assistant Referee. Non c’è dubbio che lo useremo prima o poi anche nelle competizioni Uefa, ma la questione non può essere ridotta a un “Ok, sembra che nella Coppa del Mondo abbia funzionato bene, facciamolo in un torneo che coinvolge l’intera confederazione”. Per fare un piccolo esempio delle difficoltà logistiche: è necessario trovare un fornitore e formare gli arbitri in tutta Europa.Può essere fatto, sarà fatto, ma c’è bisogno di più tempo".  

Molti club, non solo in Italia, stanno attraversando periodi di difficoltà finanziarie. Quali misure possono prevenire il paradosso di avere la più grande industria di intrattenimento europea azzoppata da costanti crisi finanziarie?
"La ragione per la quale è stato introdotto il Fair Play Finanziario è stata in primo luogo l’instabilità finanziaria dei club di calcio europei. I regolamenti del Fair Play Finanziario e del sistema di licenze per club della Uefa hanno aiutato molti club a migliorare la propria stabilità finanziaria obbligandoli a non spendere più di quanto guadagnassero. Il risultato è stato un incommensurabile miglioramento della salute del calcio europeo. Adesso è il momento di compiere il passo successivo ed è per questo che recentemente abbiamo dato un’ulteriore stretta ai regolamenti, aumentando la trasparenza dei club attraverso l’obbligo di pubblicare le proprie informazioni finanziarie, compresi i pagamenti agli agenti. Ci sarà una maggiore armonizzazione dei principi finanziari e contabili nelle specifiche transazioni calcistiche, come dei requisiti contabili specifici per il trasferimento dei giocatori. Questo aumenterà la trasparenza di tali accordi e assicurerà che tutti i club vengano giudicati sulla base degli stessi criteri. Saremo anche più pronti ad anticipare i problemi economici introducendo una serie di nuovi indicatori finanziari che consentiranno un monitoraggio più stretto dei bilanci dei club da parte dell’Organo di Controllo Finanziario per Club. Sono convinto che questo sia un altro passo nella giusta direzione per garantire una stabilità finanziaria ancora maggiore al calcio europeo". 

Sul caso AC Milan. La Uefa è stata troppo severa o è stata una decisione giusta? 
"Il sistema è del tutto indipendente e credo che tutti debbano apprezzare il fatto che questo caso ha dimostrato che funziona". 

Quali sono, a suo parere, i problemi principali del calcio italiano? 
"Non sono il primo ad affermare che l’Italia ha un problema di infrastrutture che le impediscono di ospitare le maggiori competizioni. I giovani giocatori hanno bisogno delle condizioni giuste per essere invogliati a giocare a calcio. Forse lo shock per la mancata qualificazione al Mondiale potrebbe rivelarsi un elemento positivo, perché i club avranno bisogno di aiuto da parte del Governo. L’Italia ha un’innata passione per il calcio e una storia di grandi successi, ma le infrastrutture sono la chiave per lo sviluppo del gioco. Pertanto, ritengo che questa sia la sfida principale". 

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Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 18 agosto 2018 alle 11:10 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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