E' stato indubbiamente il protagonista di una delle principali telenovele del mercato estivo che hanno coinvolto l'Inter. Martedì sera, il giovane portiere Anatolij Trubin scenderà in campo a San Siro per giocare la sfida tra i nerazzurri e il Benfica, ma lo fa da avversaria di quella che avrebbe potuto essere la sua squadra. L'ex Shakhtar Donetsk è oggi il numero delle Aguias, ma nei mesi scorsi il suo passaggio in Italia, sponda Inter, sembrava cosa fatta. Il quotidiano portoghese A Bola ripercorre quella che è stata la singolare vicenda che ha visto coinvolto Trubin: dal momento in cui hanno saputo che André Onana avrebbe lasciato l'Inter per andare al Manchester United, i dirigenti nerazzurri hanno puntato su Trubin, inizialmente garantendo un contratto valido solo da gennaio, con bonus ingaggio, per ingaggiare il giocatore a costo zero a giugno 2024, data in cui sarebbe scaduto il contratto con lo Shakhtar. Il club ucraino, però, ha scoperto la trattativa e a quel punto ha messo il giocatore con le spalle al muro: senza rinnovo, o andava via in estate o restava un'intera stagione in panchina.  

Di fronte all'intransigenza dello Shakhtar, l'Inter cambia strategia: mettere subito al sicuro l'ingaggio Trubin e aprire i cordoni della borsa. Ma a quel punto, è entrato in scena il Benfica, che secondo A Bola hanno vacillato quando da Viale della Liberazioe è arrivata un'offerta da 12 milioni di euro quando i lusitani non potevano andare oltre i 10. Questa linea rossa era già stata tracciata nella fallita trattativa con l'Atletico Paranaense per Bento Krepski e anche di fronte alle pressioni provenienti dall'Est che chiedevano nuove risposte, la questione finanziaria ha sempre pesato, perché il club aveva già investito 25 milioni di euro per Kokçu ( l'acquisto più caro della storia del calcio portoghese) e stava pagando, in quei giorni, altri 20 milioni di euro per il trasferimento di Arthur Cabral in sostituzione di Gonçalo Ramos andato al PSG. Ma c'è stato un fattore che ha fatto la differenza: l'Inter voleva spendere i 12 milioni di euro per il 100% del giocatore, senza riconoscere allo Shakhtar percentuali su diritti economici o plusvalenze. Ed è stato questo il punto decisivo per il Benfica, che quando ha messo sul tavolo il 40% dell'eventuale rivendita da riassegnare al club di appartenenza, ha sbaragliato la concorrenza nerazzurra. Hanno contribuito anche i buoni rapporti del recente passato tra i due club dopo il trasferimento di David Neres  e al sostegno fornito dalla Fondazione Benfica al popolo ucraino subito dopo l'invasione russa.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 01 ottobre 2023 alle 20:24
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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