Il calcio è fatto di gesti, di sensazioni. E’ quell’insieme di situazioni che ti portano alla vittoria. Chissà cosa sarà passato nella testa di Lukaku e di Esposito, quando Gagliardini è stato atterrato in area di rigore. “Posso fare doppietta”, il nove. “Chissà se me lo lascerà battere”, il trenta. Alla fine abbiamo visto tutti com’è andata: il sorriso con cui Lukaku ha lanciato il pallone a Esposito, battendogli il cinque prima di allontanarsi dal dischetto. Il resto è storia, con un gol alla prima da titolare che consegna il classe 2002 alla storia come secondo marcatore più giovane nella storia dell’Inter, dietro a Mario Corso - una leggenda nerazzurra. Si parla di gesti, di momenti che raccontano l’essenza di un gruppo marmoreo, unito come mai prima d’ora. Erano oltre dieci anni che l’Inter non faceva così tanti punti in Serie A e allo stesso tempo, la differenza reti è la stessa dell’anno dei record, il 2006/07: 36 reti fatte, 14 subite. Miglior difesa del campionato: Antonio Conte Masterclass, per chi avesse ancora qualche dubbio. E il primo posto è ancora lì, aggrappati alla Juventus


JEDI - Ci sono rapporti speciali, chimiche che trascendono il calcio. Quello fra Lukaku e Conte, per esempio. Ma anche il legame che il numero 9 nerazzurro ha con Seba Esposito è speciale: se l’è coccolato fin dai primi momenti, nell’abbracciarsi dopo una rete non si risparmiano mai. E, soprattutto, ieri hanno condiviso per la prima volta il campo dall’inizio: tanta corsa, tagli e la sensazione che qualcosa stesse per accadere. Il gol numero 200 per club di Lukaku, ad esempio, su strepitoso assist di Candreva. L’assist di Big Rom per Gagliardini, l’ennesima giocata straripante di Lukaku che prende posizione in area e fa quel che vuole con il pallone. FIno alla rete da cineteca, con un paso doble arricchito da un siluro sotto l’incrocio: Lukaku è l’Inter, e tre delle quattro reti nerazzurre lo vedono protagonista. La quarta possiamo dire che gli appartiene di carisma: come un maestro Jedi, ha guidato il suo Padawan nelle difficoltà e gli ha concesso il primo strillo a San Siro. Che, si sa, la prima volta non si scorda mai.

CONTE COLPISCE ANCORA - Il Genoa di Thiago Motta vive un tunnel di difficoltà senza fine. Ma è una squadra con un’idea chiara e le possibilità che potesse mettere i bastoni fra le ruote all’Inter non erano così remote. Il piano partita di Conte è stato lo stesso, medesimo, indefesso: ha giocato sulla costruzione dei suoi, sulla rapidità di esecuzione. L’Inter ha ritrovato due interpreti come Gagliardini e Candreva, che hanno fatto la differenza. E’ in partite come queste che si vede ancor di più la mano dell’allenatore: nelle giocate di due calciatori finiti ai margini e che pochi mesi dopo l’oblio riescono a segnare una partita difficile, dopo una settimana complicata. Per non parlare di Alessandro Bastoni che in sei mesi con Conte ha aggiunto diverse skills al suo repertorio: il modo con cui gioca la palla, sempre a testa alta, e come sbriglia situazioni complicate sono istinti da fuoriclasse. Su cui Conte punta moltissimo. E fa sempre centro.

NUOVA SPERANZA - Dei record frantumati dall’Inter di Conte si è già parlato a sufficienza. Ora, il mister vuole tutti con i piedi per terra. Certo è che aver tenuto botta all’emorragia di infortuni è una manna dal cielo, soprattutto ora che grazie alla pausa dovrebbero rientrare a disposizione tutti gli infortunati. Ieri si è rivisto Stefano Sensi, accolto da un boato di San Siro: la sua assenza, insieme a quella di Barella, è stata quella che i tifosi e Conte hanno sofferto di più. Il suo modo di giocare fra le linee, l’imprevedibilità che riesce a dare alla manovra, saranno fondamentali per tenere il passo della Juventus. E la speranza in casa Inter è che finalmente si possa vincere la maledizione d’inverno, quella che vede un crollo psicofisico della squadra dopo una buona prima metà d’anno. Succede sempre a ridosso dell’inizio del girone di ritorno, con i primi sintomi visibili già a dicembre. Ora bisognerà tener duro e aspettare che il peggio passi. Sensazioni, momenti, gesti: l’Inter ha tutto per tornare grande. E forse qualcosa porterà in dote anche gennaio. Per ora, buone feste a tutti. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 22 dicembre 2019 alle 08:15
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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