Quando Marco Branca dice che non bisogna piangersi addosso ha assolutamente ragione. Non è così che si affronta la sfortuna. Ma non si può dar certo torto a Massimo Moratti, che si dice molto preoccupato soprattutto per gli infortuni che stanno decimando la sua squadra. Al di là del risultato, indubbiamente negativo, contro il Brescia, che conferma il recente trend negativo a San Siro per i campioni d'Europa (appena tre pareggi), a lasciare perplessi è il modo in cui i presenti si sono comportati sul rettangolo di gioco. vero è che mancavano molti titolari e alcuni si sono persi per strada, ma chi è sceso in campo non ha dato quello che poteva. L'impegno si è visto, obiettivamente, solo dopo aver preso coscienza del rischio di perdere in casa contro il Brescia, ma la reazione è stata confusionaria e affidata al caso. L'idea di schierare Sneijder in mediana non ha pagato, l'olandese soffre l'obbligo di ripiegare in difesa e perde lucidità nell'altra metà campo (il mancamento a fine primo tempo potrebbe essere dovuto alla fatica). Inoltre, Pandev e Milito si sono mossi poco e male, quasi fossero scarichi al termine di una pesante sessione di lavoro. Gli unici a garantire un po' di mobilità sono stati Eto'o e Coutinho, anche se il secondo ha girato sin troppo a vuoto.

Il discorso purtroppo è sempre lo stesso: e manca il centrocampo, gli altri reparti restano in balia dell'avversario. E' succeso alla difesa, abbandonata troppo spesso nell'uno contro uno (il gol di Caracciolo nasce così anche se è favorito da un rimpallo fortunato), idem per l'attacco, totalmente improvvisato e senza un'idea tattica alla base. Colpa degli infortuni innanzitutto, ma anche colpa di Benitez, che si è ostinato con il suo 4-2-3-1 pur non avendo interpreti in grado di assecondarlo. L'allenatore però non può far nulla se i suoi giocatori danno meno di quello che potrebbero, quindi da questo punto di vista non può essere condannato. La mancanza di mordente, quello che ha portato questi stessi giocatori a vincere tutto la scorsa stagione, è palese. In una situazione analoga, nell'inverno scorso, la squadra allora guidata da Mourinho riuscì a battere il Siena nei minuti finali, con ragazzini e giocatori fuori ruolo contemporaneamente sul rettangolo di gioco. Se c'è la volontà, anche l'improvvisazione può portare al successo. Ma la fortuna è un ingrediente da cui non si può prescindere, e ieri questa è mancata, almeno nei momenti più importanti.

Benitez ha commesso degli errori, è vero, ma essere costretto a tre sostituzioni dettate dagli infortuni dei pochi titolari a sua disposizione non è una condizione di cui lo spagnolo avrebbe fatto volentieri a meno. Però i cambi sono stati azzeccati, per quanto non voluti. Cordoba ha fatto a sportellate con Caracciolo e, pur soffrendolo, ha retto bene. Obi e Santon, invece, protagonisti inattesi, hanno cambiato la marcia nerazzurra, regalandole brio e imprevedibilità. Il primo ha sfruttato bene gli spazi in mezzo, cercando inserimenti pericolosi e 'muovendo' la difesa bresciana. Il secondo ha permesso di allargare il gioco sulla fascia destra, che con Cordoba era rimasta tutta nei piedi di Coutinho. Inoltre, i due giovani hanno iniettato frescheza nelle vene nerazzurre e se nella ripresa si è visto uno spirito di iniziativa degno di questo nome è merito loro. Magari, con l'infermeria sempre più frequentata, Benitez potrebbe decidere di puntare su Obi e Santon almeno in vista della trasferta di Lecce. Difficile infatti recuperare altri giocatori in mediana e Maicon sarà costretto a fermarsi. In attesa di rivedere i big, forse è il caso di dare fiducia a questi ragazzi che, quanto meno, dimostrano di avere un poò di energia nelle gambe.


 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 07 novembre 2010 alle 11:32
Autore: Fabio Costantino
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