Archiviata (non senza polemiche) la partita contro la Fiorentina, per l'Inter è arrivato il momento di pensare al Cagliari, seconda partita consecutiva al Meazza, prima di tornare a respirare l'aria di Champions League mercoledì a Eindhoven. Di questo e altro Luciano Spalletti ha parlato oggi in conferenza stampa al Suning Training Centre. FcInterNews.it è sul posto e riporta le parole dell'allenatore.
La settimana che inizia può essere quella della verità?
"Si può chiamare anche così. Ci può rimettere in carreggiata, in corsa con le prime della classifica. Cosa che in base ai primi risultati era diventata una distanza difficile per poter riparlare di questo. Ora invece siamo nelle condizioni di rivedere chi è scappato, se dovessimo far bene".
Cosa dice a Totti, bandone chiuso o aperto?
"Immaginavo questa domanda. Capisco la vostra curiosità di sapere se è vero quanto ha scritto, ma non è un argomento che ha a che fare con la conferenza perché i nostri tifosi vogliono sapere dell'Inter, di come sta la squadra, del nostro immediato futuro, perché a inizio campionato li abbiamo fatti un po' soffrire. E io devo riuscire a respirare l'aria che respirano loro e in quest'aria non c'è Totti. Noi come capitano abbiamo Icardi, ne abbiamo un altro fuori che è Zanetti. Bisogna parlare delle notizie che riguardano l'Inter. Io il libro lo leggerò, con calma, e se ne potrà riparlare. Ci vuole un po' di tempo. Noi ora giochiamo una partita ogni tre giorni e non ho molto spazio da dedicare ad altre cose perché noi vogliamo far bene e questo deve essere l'unico interesse che abbiamo noi dell'Inter. Io per primo".
Come arrivate a questa settimana?
"Siamo in una fase in cui possiamo veramente vedere il nostro massimo come rendimento e potenzialità di squadra, che per me sono molte. Ma è chiaro che passa tutto attraverso i risultati, l'entusiasmo, il riuscire a mettere in condizione un numero di calciatori che non riguarda solo undici calciatori. Ce ne vogliono venti, perché queste partite bruciano molto a livello mentale. Avere la gara successiva dopo tre giorni diventa difficile da recuperare totalmente ed essere in grado di ributtare quel che ci vuole per vincere le partite perché tutte le squadre ti creano problemi, anche chi sulla carta ha qualcosa di meno. Dobbiamo avere più calciatori al massimo della condizione e dobbiamo usarli perché le cadenze delle partite sono ravvicinate".
Quanto sarà importante il ritorno di Lautaro? Potrebbe giocare dal 1'?
"E' importante perché ha nel DNA la possibilità di essere il terminale offensivo e di saper palleggiare con i compagni. E' un giocatore caratterialmente forte, tosto. Se riusciamo a mantenerlo così, perché c'è il rischio che ogni tanto chi si porta qui invece di mantenere il loro status perdano qualcosa, perché è risuccesso. Cercheremo di proteggerlo il più possibile, come altri che abbiamo preso hanno fatto bene quando sono arrivati e stanno dandoci una mano e attraverso la qualità di questi calciatori vogliamo arrivare al massimo della nostra forza. E' possibile giochi dall'inizio".
Gli amici a Firenze le hanno detto qualcosa dopo Inter-Fiorentina?
"Qualche battuta alla toscana me l'hanno tirata ma tanto io ve le riconsegno a voi con tanto di pacchetto. A chi soprattutto non ha voluto spiegare la dinamica di come sono andate le cose perché passa tutto da lì. Da un punto di vista loro hanno un po' di ragione perché se gli si fa vedere che hanno subito un torto uno non ci sta e loro sono di quelli che te le dicono le cose. Ma se uno la spiega bene... Il difensore della Fiorentina la prende nel carpo della mano e poi gli sfiora le dita. E' netto il fallo di mano, in campo se ne sono accorti tutti. La palla cambia totalmente direzione. Viene calciata a un metro dalla mano e da lì impenna. Per cui la palla va alta e poi si riabbassa e va al portiere. Poi se è rigore, volontario o no, non me ne frega niente. Ma se mi mettete in discussione il fallo di mano non ci posso stare. Come la prima ammonizione di Asamoah, è fuorigioco di due metri quando Chiesa prende la palla. Poi se si vuol fare casino si può quanto si pare. Però con loro voglio rimanere in buoni rapporti perché Firenze è la mia città e ho amici d'infanzia che tifano Fiorentina. Ma i fatti veri sono questi".
A che percentuale di potenzialità è Nainggolan?
"Da 1 a 10 sta dando 6. La sufficienza appena, per le sue potenzialità. Deve riuscire a trovare quella condizione che per il momento non ha avuto possibilità anche a causa dell'infortunio ma lui è uno che quegli strappi riesce a farli uno ogni 2'-3'. Per ora ne fa due o tre per tempo. Sono pochi".
Vrsaljko ce la fa prima della sosta?
"Potrebbe non recuperare prima della sosta. E' quasi in grado di allenarsi in dinamica, finora ha fatto più lavoro in palestra. Ora passerà al campo ma bisogna valutare. Per noi è un bel problema perché ci saranno delle valutazioni da fare in funzione di questo. Ci sarà qualcuno, in questo caso D'Ambrosio, che sta facendo benissimo, ma che si mette in condizioni di essere affaticato".
Il gioco di Icardi influisce su quello di Nainggolan?
"No perché lui la palla spesso la riceve da quelli dietro e riesce ad avere questi controlli direzionati e puntare la linea difensiva. E' vero che poi si tira in porta anche di sponda ma l'80% della provenienza è dai difensori e dai mediani".
FcIN- La minor qualità di palleggio rispetto allo scorso anno è dovuta alle caratteristiche dei giocatori o alla condizione non ancora al top?
"L'anno scorso c'erano palleggiatori con qualità precise come Borja Valero. All'inizio abbiamo usato spesso anche Joao Mario. E' vero che abbiamo aumentato la pericolosità in quelli che usiamo nel reparto offensivo, per le caratteristiche dei giocatori acquistati. Dobbiamo dare equilibrio a tutte le cose, ma stiamo lavorando bene. Anche se non capisco i momenti di flessione che ci capitano. Dopo aver preso il pari della Fiorentina, ad esempio, oppure all'inizio del secondo tempo contro il Torino. Questi cali di autostima, di personalità, di sicurezza nei nostri mezzi e principi. Siamo arrivati qui senza che nessuno ci abbia regalato niente e qui ci vuole per forza il ghigno del calciatore che ambisce a fare qualcosa di importante per poi raccontarlo e per farlo vedere a tutti quei tifosi che guardano le partite dell'Inter e vengono allo stadio. Bisogna tornare ad essere bambini e vedere come si vedeva il calcio, il desiderio di vittoria e consegnare qualcosa di importante a tutti coloro che rimangono perennemente bambini. Il tifoso la vive come noi che eravamo ragazzi. Ora le conosciamo di più le cose e ci sembra tutto normale. I tifosi hanno invece ancora quel sogno e noi dobbiamo consegnarglielo. Dobbiamo far capire che siamo una squadra che merita di essere in cima ai pensieri della tifoseria".
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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