Una voce, nulla più per il momento, ma i presupposti sembrano darle corda. Balotelli è ancora in castigo e l'Arsenal lo vorrebbe perché Arsene Wenger ama le sfide di questo tipo, soprattutto perché le sa vincere. Il manager farebbe carte false per allenare SuperMario, che considera un giocatore di grandissimo livello che attende solo la spinta giusta per esplodere. E il francese si ritiene in grado di dargliela. Lo stesso Balotelli non disdegnerebbe affatto l'esperienza in Premier League, già un anno fa, di questi tempi e con il morale sotto i tacchi (ennesima punizione impartita da Mourinho), aveva chiesto di andare in Inghilterra, pr giocare nel West Ham sotto la direzione di Zola. Non se ne fece nulla, per fortuna, anche prché in primavera i gol dell'attaccante diedero una grossa mano nella corsa verso il 17esimo scudetto. Corsi e ricorsi, anche in questo periodo, con il mercato di gennaio alle porte e la concreta possibilità di guardare Juventus-Inter dalla tribuna per motivi comportamentali, SuperMario pensa a un futuro lontano dall'Inter e probabilmente chiederà al fratello manager di bussare all aporta di Moratti e discutere della situazione.

Oggi il presidentissimo ha smentito una possibile cessione dell'attaccante, vuole dargli il tempo di ritrovare la retta via, sempre con la maglia dell'Inter. E' giovane, ha margini di miglioramento sotto tutti i punti di vista, perché rinunciare a lui con tanta fretta? Parole sante, quelle di Moratti, che va al di là degli screzi tra il giovanotto e il suo allenatore, colui che si è autodefinito il miglior psicologo di Balo. E probabilmente certe decisioni nascono per indirizzarlo verso un comportamento più professionale. Tanto bastone, qualche carote e, magari, il lavoro di Mou alla lunga regalerà all'Inter e al calcio italiano un fenomeno calcistico oltre che un ragazzo a modo. La speranza è questa, e tale ragionamento vieta una cessione all'estero di SuperMario, anche se la contropartita si chiama Cesc Fabregas (il che è tutto ancora da verificare, ndr). Già in passato la società nerazzurra si è morsa le mani per aver avuto troppa fretta nello sbarazzarsi di giocatori poi rivelatisi grandi campioni (Roberto Carlos, Pirlo, Bergkamp, Seedorf, fino a Pandev, giusto per citare i casi più eclatanti): oggi non vuole commettere lo stesso errore, soprattutto riguardo a un prodotto del vivaio nerazzurro sul quale si punta tantissimo.

Certo, Fabregs è un grandissimo, è titolare nell'Arsenal, nella nazionale spagnola, è giovane, è già considerato un big del calcio internazionale e non c'è squadra che gli chiuderebbe le porte in faccia. Ma se il suo arrivo implica l'adio a Balotelli, meglio chiudere qui ogni discorso, perché il gioco non vale la candela. Il futuro è dalla parte dell'attaccante interista, un giorno il suo carattere si allineerà con quello richiesto dall'ambiente calcistico, e se ciò non accadrà pazienza. In campo lui fa sempre la differenza, alla fine per gli appassionati conta solo questo. Per vincere essere bravi ragazzi non è sufficiente, ci vuole talento e Balotelli ne ha in quantità industriale. Poi, se Mourinho riuscirà a canalizzarlo dentro un percorso umano accettabile, tanto di guadagnato. Oggi lo Special One non si limita a fare l'allenatore con il ragazzo bresciano, è più un educatore. Una battaglia che il tecnico di Setubal vuole vincere, difficilmente avallerà la cessione del giocatore, pur sapendo di dover rinunciare a un campione come Fabregas. La scelta più saggia, insomma, perché sarebbe da folli gettare al vento un tesoro già in casa, solo perché oggi è svalutato da aspetti contingenti che alla lunga svaniranno come bolle di sapone. Meglio dunque tenersi stretto Balotelli e avere fiducia in lui, anche contro l'evidenza.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 01 dicembre 2009 alle 20:33
Autore: Fabio Costantino
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