Salvate il soldato Ryan, 'dirigeva' Stevan Spielberg nel 1998. Nel calcio, per dirla in inglese (forse per il momento meglio così in attesa che 'mastichi più italiano'), la critica potrebbe dire Saving Private NM. Ma no, questo è tutto sbagliato. Di cosa stiamo parlando? Di qualcuno incaricato addirittura di salvarlo? Ma questo è verbo forte, da non scomodare per un profilo di questo livello. Perché Nemanja Vidic da Užice cammina da solo, nel bene e nel male. No, probabilmente questo inizio di stagione è più zoppìa che camminata in scioltezza, da leader a trascinare il gruppo, davanti a tutti. E quindi ora deve, anzi, è chiamato e obbligato a ricominciare, proprio da tenente-capitano, nel momento no della stagione. 

Lui che, a dettar legge e alzare trofei, è abituato da sempre: 1 Coppa di Jugoslavia, 1 Campionato serbo, 1 Coppa di Serbia e Montenegro, 3 Coppe di Lega inglese, 5 Campionati inglesi, 5 Community Shield, 1 Champions League, 1 Mondiale per club, 2 volte calciatore serbo dell'anno, 4 volte inserito nella squadra dell'anno della PFA e 2 volte elemento del FIFPro World XI. Che elenco, noioso a leggerlo per quanto lungo, ma tutt'altro è stato per NV alzare, ricevere o prendere parte a tutto questo. La storia del soldato Vidic, una storia di vittorie.

Un discorso da winner interrotto con la Premier 2012-2013, l'ultimo "Oh yeah!" prima della disastrosa stagione firmata Moyes-Giggs e il conseguente arrivo nella Milano nerazzurra. 'Uomo-simbolo, il marchio in campo da internazionalizzare, esempio per giovani e non, la guida in campo di Mazzarri': questi sono solo alcuni tra i virgolettati che il mondo-media inserisce nei suoi bagagli in arrivo a Malpensa. Ma in fondo questo è giusto 'peso' da sopportare per il giocatore con più esperienza e vittorie del nuovo gruppo ThoInter. Anche se l'impatto con la Serie A non è, probabilmente, come tutti si aspettavano alla vigilia. Rosso e rigore procurato a Torino (anche se l'arbritro Doveri è protagonista importante) e sensazione di una Serie A ancora da 'apprendere'. Assente nella festa-illusione Sassuolo, baluardo a Kiev contro il Dnipro, regalino kick-off a Palermo, solido contro la Dea a San Siro, versione United di Moyes contro il Cagliari e male a Firenze. Insomma, un'altalena su cui un capogruppo non può salire, perché in battaglia chi sbaglia, paga. E chi resiste... vince.

Frase fatta, probabilmente, ma che nel calcio fa la differenza. La stessa garantisce da sempre, tra Spartak Subotica, Stella Rossa, Spartak Mosca, Nazionale serba e Manchester United, con The Theatre of Dreams che con il tempo per lui diventa The Theatre of... War. Sportivamente parlando, ovviamente. E adesso, nel momento più difficile di questo inizio di stagione, con Napoli nel mirino in veste di primo bivio stagionale, coach WM si aspetta proprio da lui il grido di battaglia, per uscire da questa voragine pericolosa che ora non deve diventare ulteriormente profonda. Meglio 'diminuire le distanze' e guidare difesa e squadra. Anche in inglese, perché al campione basta lo sguardo, il gesto, anche solo il cenno. E Vidic sicuramente lo è. Basta ricordarselo, proprio adesso che la squadra è chiamata a battagliare nello scontro dentro-fuori contro i Rafa Boys.

Saving private... no, perché lui può rialzarsi da solo. Mazzarri ora aspetta il vero soldato: NV, il leader che deve salvare, anzi, guidare il Soldato Inter.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 11 ottobre 2014 alle 22:38
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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