Quelle emozioni ducali accantonate nel più remoto angolo della Scala del Calcio. Pecchia vuole coraggio nell'approccio, Inzaghi esige concentrazione nello sviluppo costruttivo. E l'indirizzo non è dei migliori, pensando alla leggerezza di D'Ambrosio che offre subito al Mudo Vazquez il sinistro agevolmente intercettato da Onana. L'aggressività è alta, così come il tasso dei duelli per la pressione agonistica, possibile chiave per sbloccare la contesa. Nerazzurri impacciati e slegati nei primi 20', gli ospiti rinfrescano idee e dinamismo con alcune sortite niente male. Gagliardini crede nello scarico di Gosens mancando il piatto destro simile ad un rigore in movimento.

LA TRACCIA SBIADITA. Potrebbe essere un colpo ad effetto a mutare gli scenari incerti di una mezz'ora tutt'altro che brillante dell'assetto inzaghiano. È l’istante in cui il gelido inverno pare schiacciare ogni parvenza prospettica e l'uomo ritorna verso la propria vita, provando a cambiarla. L'uomo sa di essere il padrone dei propri giorni. Tra gli striscioni della curva per Skriniar e l'incitamento al gruppo per la lotta scudetto, i primi frame si reiterano nel tempo e si nutrono di emozioni. Il Parma accarezza i desideri nella zona ibrida: le linee. Bernabè in verticale, Sohm col tacco e Juric scandaglia i frutti della perfezione balistica, scrutando quell'orizzonte infinito di bellezza tecnica e forza sovrannaturale, la gemma intrisa di dolcificante. D'Ambrosio regala il secondo piatto d'argento al mancino Benedyczak respinto da Onana. Confusione, lentezza e disorganizzazione posizionale: il ritratto della prima frazione interista.

RINTRACCIARE LA VIA. D'Ambrosio si muove per liberare la catena destra a Dumfries: lo scarico per Mkhitaryan non viene sfruttato a dovere dall'armeno. Vazquez elude le pedine avversarie con ubriacanti finte di corpo. L'Inter rischia d’essere respinta da una fragorosa spigolata che la costringe a mutare il modo d’essere se stessa, accelerando le operazioni contro un Parma sul pezzo. Se qualche analista credeva davvero che la miscela ducale più congeniale fosse la lotta, beh, era totalmente fuori binario. Compostezza atletica, brillantezza tecnica: l'Inter è imprigionata in un groviglio di idee confuse e operazioni velleitarie. Una scatola armonica, la banda ducale, che produce suggestivi motivi musicali appianando ogni centimetro di differenza reale con l'Inter. Il muro di Buffon crolla sul collo esterno di Lautaro Martinez, deviato col deposito nel sacco. I supplementari mettono i brividi nel contenitore quando i ducali s'affacciano con insistenza dalle parti di Onana. Ma Acerbi cancella i timori, rovesciando le sorti dell'avvio.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 11 gennaio 2023 alle 08:00
Autore: Niccolò Anfosso
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