Su Roma è scesa la neve, sull’Inter è sceso il gelo. Tanto, implacabile, paralizzante: una sconfitta che non conosce davvero attenuanti, una squadra irriconoscibile, sconsolata e sconsolante, che prende quattro schiaffoni all’Olimpico per mano della Roma di Luis Enrique in una partita dove nulla ha funzionato. Le assenze, le scelte obbligate non sono un alibi sufficiente per giustificare una prestazione così vuota di contenuti, dove l’Inter è stata messa da subito all’angolo senza possibilità di uscita. Juan prima, e Borini per due volte poi, danno tre segnali uno più allarmante dell’altro: solo i risultati negativi ottenuti da Udinese e Lazio tengono l’Inter ancora in corsa per il terzo posto, ma quanto visto quest’oggi fa veramente anche perdere la voglia di crederci.
IL COLOSSO DORMIENTE – Rinviata, poi slittata, infine giocata. La neve caduta su Roma (e le conseguenti polemiche soprattutto istituzionali) non ha fermato alla fine lo svolgimento dell’incontro tra giallorossi e nerazzurri. Inter che parte senza sorprese, col debutto da titolare di Palombo, nella Roma invece Luis Enrique dà una nuova chance a José Angel, preferito a Rosi, e ritrova De Rossi. I primissimi minuti vedono protagonista un Pazzini alquanto arrembante, che corre fino a metà campo per prendere il pallone e catalizza falli. Ma la prima occasione è della Roma con Borini che sorprende un Maicon ancora assopito e calcia a lato. Roma che fa la partita, Inter che stringe i denti chiudendosi nella propria metà campo ma sembra patire il forcing capitolino. E trova anche un super Julio Cesar che chiude alla grande su Lamela prima (servito da Totti con una magia) e Pjanic poi, ma non può nulla sul colpo di testa di Juan su corner battuto a velocità supersonica. Il brasiliano salta in testa ad un Maicon ancora una volta preso in infilata.
LAMELA AVVELENATA – La reazione porta la firma di Milito, che da solo si beve quattro difensori e poi impegna Stekelenburg. Curiosità: è il primo tiro del 2012 che non va a segno… Ma è una fiammata, perché l’Inter appare troppo intimorita e lascia ancora il pallino del gioco agli avversari. Atteggiamento infruttuoso e a tratti rischioso, come quando Palombo perde palla triplicato e senza aiuto. Taddei e Lamela sulla destra fanno quello che vogliono godendo di troppi spazi, specie l’argentino crea le maggiori apprensioni, e anche José Angel riesce a battere un colpo servendo Totti che perde l’attimo. E nemmeno quando la Roma mostra qualche segnale di sbandamento, si riesce ad approfittarne. Ancora Lamela di testa colpisce indisturbato e manda alto, con José Angel che infiamma la fascia destra.
SPIRA LA BOR… INI – Dopo l’ennesimo squillo giallorosso, l’Inter offre qualche timido segnale di risveglio: maggior pressing, lotta dura, Pazzini e Milito si dimenano su tutto il fronte difensivo. Anche se l’occasione più bella capita a Nagatomo che però pecca di egoismo calciando male con Pazzini che accorreva. Ma è un attimo: perché Borini, servito alla perfezione da De Rossi, compie un numero incredibile su Samuel (e Maicon ancora assente), quasi alla Milito, e infila Julio Cesar per la seconda volta. Colpo pesantissimo in quello che sembrava il momento migliore dei nerazzurri. Che vanno al riposo con due gol sul groppone e una prestazione davvero grigia in archivio, mentre la Sud festeggia a palle di neve…
ROMARAMALDA – Dopo l’intervallo Ranieri mette dentro Poli ad affiancare Palombo, ma con Pazzini fuori, così come Samuel sostituito da Cordoba a causa di un fastidio al retto femorale. Il risultato è una specie di 4-5-1 con Cambiasso e Poli che vanno in proiezione per appoggiare Milito. Ma passano tre minuti e tutto il castello crolla definitivamente: Borini viene dimenticato da tutta la difesa nerazzurra e malgrado l’intervento disperato di Lucio trova la rete del 3-0. Luis Enrique si abbraccia col vice, lo sconforto Inter diventa totale. E anche dopo la Roma continua ad attaccare, quasi maramaldeggiando su una squadra allo sbando. E Maicon che si fa ammonire facendo scattare la squalifica per il match contro il Novara completa la prova disastrosa del brasiliano. Mentre la Roma può permettersi anche qualche leziosità.
SALVATE IL SOLDATO OBI – Un plauso, in questo senso, va fatto a Joel Obi, l’unico che davvero lotta e non vuole saperne di arrendersi. Il nigeriano getta il cuore oltre l’ostacolo e, pur non ottenendo risultati davvero apprezzabili, perlomeno mostra un po’ più di grinta dei compagni che vagano ormai spaesati per il campo, trovando, poco prima del 90esimo, anche una debole conclusione di testa. Ranieri getta nella mischia Faraoni per un Maicon da oltraggio al pudore, e anche lui un pizzico di adrenalina ce la mette (del resto, per lui è un derby) ma negativamente perché si prende un giallo per proteste. Lo rischia Poli per una reazione non ortodossa nei confronti di Taddei, in uno degli ultimi lampi del match, che vede anche il debutto in Serie A del baby romanista Gianmario Piscitella, classe 1993, otto gol con la Primavera di De Rossi senior, che entra al posto del protagonista del match Borini.
AL TAPPETO – La partita si spegne piano piano, non prima del gol di Bojan Krkic, che servito da Piscitella si inventa una giocata d’autore tra tre difensori suggellando la prestazione monstre dei ragazzi giallorossi. L’umiliazione finale prima del triplice fischio: è amarissima la panchina numero 600 di Claudio Ranieri, archiviata con un risultato sconvolgente e un non-gioco espresso che forse lo è ancora di più. Dopo la spettacolare rimonta chiusa col successo ai danni della Lazio, è arrivata la miseria di un punto in tre partite con nove gol subiti. In questi giorni di grande gelo, con le ferrovie paralizzate, l’Inter ha forse perso, scivolando sulla pensilina e facendosi molto male, l’ultimo treno utile per un obiettivo minimo. Assenza di gioco, assenza di idee, assenza di tutto. Coi gol in trasferta che mancano da quello di Ranocchia a Cesena. Mentre la Roma mette l'Inter nel mirino e mercoledì a Catania può operare il sorpasso. No contest, no comment…
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