Alla fine ne ha messi a segno 25, mica male per uno che aveva il difetto di non trovare la porta. Beh, quel difetto è stato cancellato in modo costante, un crescendo appariscente che è culminato nel titolo di capocannoniere. Ibrahimovic, al di là delle sue decisioni per quanto riguarda il futuro, e al di là di un carattere schivo, burbero, troppe volte insofferente e poco disponibile, è un fuoriclasse che calcisticamente oggi non ha eguali. Nella sua carriera ha sempre incantato con giocate difficili solo da immaginare, ha servito assist ai compagni, ha messo in subbuglio molte delle difese incontrate per strada. Oggi le ha persino trafitte con continuità, almeno in Italia, centrando uno di quegli obiettivi che ti trascini da una vita e che, alla fine, hanno un sapore dolcissimo.

Ai tempi della Juventus veniva considerato un giocatore affascinante, ma poco produttivo in zona gol. Le 23 reti realizzate in 70 presenze ne sono una conferma. Un'etichetta dificile da ripulire, soprattutto perché i 35 gol in 74 partite con l'Ajax venivano presi con il beneficio d'inventario, alla luce della qualità dell'Eredivisie. Buoni, comunque, i 20 centri con la nazionale svedese in 54 presenze, non tantissimi però per un giocatore che rappresenta l'attacco della sua selezione. Poi, però, l'Inter, per un totale che oggi registra 57 gol in 88 presenze totali con la maglia nerazzurra, con un conto a salire: 15 nella prima stagione, 22 nella seconda, 29 nella terza (di cui 25 in Serie A). Il rammarico è non essere stato più prolifico in Europa, soprattutto quest'anno che la porta, il genio di Malmoe, l'ha vista meglio del solito.

Pichichi del campionato italiano, dunque, e con reti che meriterebbero un capitolo a parte dal punto di vista qualitativo: di tacco, su punizione, su rigore, con tiri dalla distanza, con pallonetti e saltando il portiere in dribbling. Insomma, le 25  reti che lo hanno portato sul trono dei cannonieri (a 40 anni dall'ultimo straniero interista) sono il simbolo della varietà del suo calcio, il calcio di un attaccante universale che, oltre a timbrare il cartellino, da sempre mette i compagni in condizione di trovare la gloria personale. Anche questo è un motivo per tenerselo stretto...

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 01 giugno 2009 alle 13:08
Autore: Fabio Costantino
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