Sono appena passati quelli che sabato la Gazzetta dello Sport ha ribattezzato gli "Scudetti Days", ovverosia un'intensa due giorni nella quale si stavano per decidere i destini dei tre campionati principali d'Europa, ovvero Premier League, Liga spagnola e Serie A. Cosa che puntualmente è avvenuta: Manchester United, Barcellona e Inter hanno infatti legittimato un lungo dominio nelle rispettive leghe conquistando ciascuna il proprio alloro nazionale. Con una particolarità: l'unica squadra ad aver avuto la certezza della vittoria dopo una partita giocata sul campo è stata il Manchester United, che ha potuto festeggiare dopo lo 0-0 rimediato con l'Arsenal, che è valso il punto necessario e sufficiente per stappare lo champagne. Josep Guardiola e José Mourinho, invece, hanno vissuto l'inedita sensazione di festeggiare il trofeo...in poltrona.

E' veramente successo così: Inter e Barcellona hanno infatti gridato al trionfo dopo aver visto in televisione le immediate inseguitrici impegnate, e sconfitte, negli anticipi del sabato. Dopo i gol di D'Agostino e Zapata che hanno sancito la vittoria dell'Udinese ai danni del Milan, i giocatori e tutto lo staff tecnico dell'Inter si sono lanciati in canti e balli sfrenati nella hall di Appiano Gentile. Dopodiché, sono scesi sul campo di allenamento a ringraziare i tifosi accorsi alla Pinetina per festeggiare e, a notte fonda, via in pullman fino in Piazza Duomo, per raggiungere il popolo nerazzurro accorso per celebrare questo inedito e meritato 17esimo scudetto, condito anche dalla soddisfazione di vederselo per così dire "assegnato" a distanza proprio dal Milan. Una festa protrattasi fino a tarda notte, che poi ha avuto il suo secondo atto nella splendida cornice di San Siro, con l'Inter a regolare con un netto 3-0 il Siena.

Scene simili, presumibilmente, si saranno vissute a Barcellona, nell'ambiente blaugrana, dopo la sconfitta del Real Madrid col Villareal che dava al Barça la certezza aritmetica del titolo. Con la vittoria in tasca, Pep Guardiola ha optato però per una scelta diversa, mandando in campo contro il Maiorca una formazione infarcita di riserve; decisione, questa, quasi certamente dettata dall'imminenza della finale di Champions League di Roma con lo United, per la quale il tecnico catalano vuole avere al massimo della forma tutti i suoi uomini migliori.

La festa che prende il via prima ancora di giocare: scenario insolito, come detto, ma non inedito, almeno per quest'anno. Perché, sette giorni prima, la stessa emozione vissuta dall'Inter è toccata viverla al Bari di Antonio Conte, tornato in Serie A dopo otto anni. Un ritorno nella massima serie che ha avuto le stesse modalità dello scudetto nerazzurro: celebrato in ritiro, la sera prima della gara col Piacenza, grazie alla vittoria della Triestina a Livorno che rendeva irraggiungibili i biancorossi. Poi, sul campo, davanti alla marea di tifosi arrivati a Piacenza prima (gara chiusa 2-2), poi nel pienone del San Nicola il sabato successivo, quando il Bari ha ottenuto una nuova, pesante vittoria casalinga rifilando 4 gol al Modena, impegnato nella corsa salvezza. Il tutto schierando gli uomini migliori, così come ha fatto l'Inter ieri. Perché va bene che non ci sono di mezzo finali di Champions, ma è anche giusto il pubblico pagante sugli spalti veda la propria squadra onorare l'impegno fino in fondo. Anche in serate di festa...

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 18 maggio 2009 alle 20:15
Autore: Christian Liotta
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